20 Gennaio 2022
Coldiretti Piemonte – Green Pass: in Gazzetta il decreto flussi ma è SOS vaccini

Sburocratizzare per agevolare lavoro stagionale

L’arrivo del decreto flussi 2021 in Gazzetta è importante per salvare i raccolti e garantire con la ripresa dei contagi Covid l’approvvigionamento alimentare in un settore che resta ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri, nonostante la crescita di interesse tra gli italiani. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare l’importanza del provvedimento in un momento in cui avanza la variante Omicron.
Il decreto offre la possibilità di entrare in Italia per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo un numero massimo di 69.700 unita, di cui una buona parte sarà impegnata in agricoltura.

“Con la piena ripresa delle attività agricole è facile prevedere l’accentuarsi della mancanza di lavoratori necessari nelle campagne in un momento in cui, con la pandemia da Covid - spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –, si è aperto uno scenario d’incertezza, accaparramenti e speculazioni che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali come l’energia e il cibo. In questo contesto l’apertura delle frontiere agli stranieri rischia però di essere vanificata dal fatto che molti braccianti provenienti da Paesi extracomunitari non possono lavorare in quanto sono vaccinati con altri vaccini che non sono riconosciuti in Italia ed in Europa”.

Un prodotto agricolo su quattro, però, viene raccolto in Italia da mani straniere con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti.

“Per salvare le produzioni Made in Italy occorre anche – proseguono Moncalvo e Rivarossa – dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter essere impiegati nei campi attraverso una radicale semplificazione del lavoro agricolo. In Piemonte, la raccolta dell’ortofrutta vedeva solitamente coinvolte 8 mila imprese che necessitano di 20 mila raccoglitori. La medesima necessità la si riscontra per la vendemmia durante la quale, negli scorsi anni, oltre 5 mila aziende vitivinicole piemontesi hanno atteso l’attivazione della procedura per generare circa 13 mila posti di lavoro proprio durante la raccolta dell’uva”.

 

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