10 Gennaio 2019
COLDIRETTI PIEMONTE –DAZI: BENE REINTRODUZIONE CLAUSOLA MA ANCHE SU RISO NON LAVORATO

 Finalmente l'Unione Europea cambia rotta e fa scattare dalla prossima settimana i dazi nei confronti delle importazioni di riso proveniente dalla Cambogia e dalla Birmania. Lo rende noto Coldiretti nell'esprimere soddisfazione per l'avvio da parte della Commissione Ue della procedura di approvazione che, salvo colpi di scena, si concluderà mercoledì 16 gennaio 2019, a seguito dell'adozione del regolamento con procedura scritta per l'entrata in vigore il giorno successivo la pubblicazione.
Viene, in particolare, previsto un periodo di reintroduzione dei dazi solo sul riso indica lavorato per un periodo non superiore a tre anni, con un valore a scalare dell'importo stesso da 175 euro a tonnellata nel 2019, 150 euro a tonnellata nel 2020 e 125 euro a tonnellata nel 20121; una proroga è possibile ove sia giustificata da particolari circostanze.
"Potrebbe così concludersi una vicenda che dura da troppo tempo: sono infatti, oltre 5 anni che la nostra Organizzazione si è mobilitata ed il Governo italiano, su nostra sollecitazione, ha formalmente avviato il 16 febbraio 2018 la richiesta alla Commissione europea per il ripristino dei dazi" spiega Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo.
"Si tratta del risultato del lavoro e delle mobilitazioni di Coldiretti come l’evento a Vercelli dello scorso 18 novembre e l’incontro a Bruxelles del 19 novembre, che hanno portato a riconoscere il danno economico dovuto ai volumi di importazioni di riso. Per troppo tempo sono stati, oltretutto, violati i diritti umani ed il riso importato è frutto di soprusi, violenze e sofferenze generate da interessi politici ed economici delle multinazionali. Chiediamo, però, che la clausola riguardi non solo il riso indica lavorato, ma anche quello non lavorato – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. E’ ora, quindi, di dire basta e dare nuovo impulso all’economia risicola del territorio visto che la nostra è quella con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende"

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