3 Maggio 2023
Coldiretti Piemonte – Macfrut: cala consumo di frutta e verdur a tavola -9%

Servono misure immediate di sostegno, a rischio oltre 7 mila aziende piemontesi

 Con il caro prezzi e il cambiamento climatico che ha decimato i raccolti, gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura che crollano del 9% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy presentata all’apertura del Macfrut di Rimini.

Complessivamente la superficie italiana coltivata a frutta si è ridotta a 516mila ettari con la perdita di oltre centomila ettari rispetto a 15 anni fa con conseguenze sul primato produttivo nazionale in Europa che si estende dai kiwi alle pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola e alle albicocche.

L’impennata dei costi di produzione ha colpito tutte le fasi dell’attività aziendale dal riscaldamento delle serre ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi. Gli incrementi non hanno risparmiato neppure la plastica per le vaschette, le retine e le buste, la carta per bollini ed etichette, il cartone ondulato come il legno per le cassette, mentre si allungano anche i tempi di consegna.

“A colpire il settore è anche la concorrenza sleale delle produzioni straniere a cui si aggiungono i danni causati dalla concorrenza sleale con quasi 1 prodotto alimentare su 5 importato in Italia che non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese, Per questo è necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute, secondo il principio di reciprocità – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. In Piemonte abbiamo denunciato le tante problematiche del comparto frutticolo durante il blitz “SOS Frutta” dello scorso 22 novembre a Torino, in piazza Castello perché a rischio chiusura ci sono oltre 7 mila aziende. Una situazione insostenibile per cui va immediatamente applicato il decreto legislativo contro le pratiche commerciali sleali come bisogna ridurre drasticamente il costo del lavoro, con una specifica misura rispetto alla decontribuzione per le imprese frutticole, per allinearci, oltretutto, ai nostri competitor nell’ambito dell’Unione Europea e non solo. Ormai da troppi anni la frutticoltura piemontese sta attraversando momenti di estrema difficoltà a causa di una scarsa remunerazione del prodotto e di una non equilibrata ripartizione del valore nei vari passaggi della filiera. Altro tema è quello dell’obbligo di origine in etichetta dell’ortofrutta nei prodotti trasformati come conserve, marmellate, succhi di frutta”.

Il comparto piemontese ha un fatturato di oltre 500 milioni di euro con una superficie di 18.479 ettari e oltre 7 mila aziende. Per le mele, la zona più vocata si concentra nella fascia prealpina che va da Pinerolo a Cuneo, si coltivano all’incirca 6 mila ettari di melo che coinvolgono circa 4 mila imprese. La produzione piemontese di pesche è di circa 2 milioni di quintali su una superficie di 4.416 ettari e 3.474 aziende.

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