1 Marzo 2021
Coldiretti Piemonte – riso: stop Ue ad agevolazioni in Birmania dopo repressione

La Ue sospenda le agevolazioni tariffarie al riso dei militari golpisti dopo la violenta repressione che ha causato vittime tra gli oppositori. E’ quanto chiede la Coldiretti nell’apprezzare l’annuncio dell'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Josep Borrell che l'Unione prenderà a breve misure in risposta alla repressione brutale delle proteste pacifiche nel Paese. Gli arrivi in Italia di riso birmano fanno registrare un balzo del 70% in quantità nei primi undici mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat.

“La Birmania gode ancora di un sistema di preferenze generalizzato con l’Ue che si concretizza nell’applicazione dell’accordo Eba (tutto tranne le armi) che consente al Paese asiatico – fa notare Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo - di esportare in Europa tutto senza dazi, tranne appunto le armi. Un regime di aiuti concesso dall’Unione Europea che ha comportato ingenti aumenti delle esportazioni soprattutto nel campo del tessile e alimentare. Alla luce del colpo di Stato e della repressione di regime è quindi necessario attivare al più presto la sospensione totale del regime agevolato Eba, concesso dall’Unione Europea. Il paese asiatico, infatti, continua a godere delle esenzioni tariffarie sulle produzioni di riso della varietà Japonica che sono sospese, invece, per la varietà Indica per la decisione UE di applicare la cosiddetta clausola di salvaguardia”.

“Nell’ambito dei negoziati internazionali per gli accordi di libero scambio il riso, sia Japonica che Indica, – sostengono Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale – deve essere considerato un prodotto “sensibile” dalla Commissione Ue, evitando concessioni all’import nelle situazioni di mancato rispetto del diritto internazionale. Non dimentichiamo che si tratta di un riso, quello del Myanmar, raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya costretta a fuggire a causa della violenta repressione. Occorre, dunque, salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui, con l’emergenza Covid -19, l’alimentare  ha dimostrato tutta la sua strategicità”.

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