Alla riunione operativa sul comparto ortofrutticolo convocata ieri dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, dopo le ritorsioni di Vladimir Putin, che ha deciso per ultimo la chiusura di 4 MacDonald's nel centro di Mosca con la scusa di violazioni sanitarie, Coldiretti ha sostenuto, con il vicepresidente Mauro Tonello, che i 125 milioni complessivamente stanziati dalla Commissione per tutta l’Unione Europea, a seguito del blocco delle importazioni in Russia di alcune categorie di prodotti alimentari, non sono sufficienti a fronte dei danni diretti e indiretti che si stanno verificando.
Come annunciato ieri, nella trasmissione radiofonica Dovestate di radio 1, alla quale hanno partecipato dirigenti di Coldiretti Piemonte e lo stesso ministro Martina, l’attuazione dei provvedimenti ha tempi molto lunghi, per cui si rischia di vanificare la volontà politica di intervento da parte della Commissione Europea, per quanto concerne la campagna pesche che si sta concludendo proprio in questi giorni.
“Molto dipenderà quindi dalla tempestività e dalle modalità operative che devono ancora essere definite – sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte – ma dall’intervento restano esclusi alcuni prodotti ortofrutticoli ( al momento nell'elenco sono ricompresi solo pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, piccoli frutti, uva da tavola e kiwi) ma anche i prodotti diversi dall’ortofrutta, comunque colpiti dal blocco come carni, pesce, latte e derivati, tra i quali ci sono prodotti tipici Made in Italy dal Grana padano al Parmigiano reggiano fino al prosciutto di Parma fortemente danneggiati dall’embargo”.
A tal proposito, è bene ricordare che pesche e nettarine sono oggetto di un apposito provvedimento che nei prossimi giorni dovrebbe avere una diversa definizione, rispetto a quella precedentemente già contestata da Coldiretti.
Complessivamente si stima che solo per l’Italia l’embargo riguardi spedizioni di prodotti agroalimentari per un totale di circa 200 milioni di euro all’anno. Ed in particolare l’export di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro.
Per quanto concerne il Piemonte, l’embargo della Russia avrà una forte incidenza soprattutto per il settore frutticolo, di cui il Piemonte è esportatore. Il 60% della frutta piemontese è destinata all’estero. Di questa, il 40% alla Russia, che tra l’altro è uno dei pochi mercati in espansione. Coldiretti Piemonte ricorda che, mentre è praticamente conclusa la raccolta delle pesche, sta per iniziare quella delle susine e quella delle mele estive. Anche le pere, varietà più precoci, sono in procinto di essere raccolte.
Da una prima stima dei tecnici di Coldiretti Piemonte, il comparto frutticolo piemontese vede compromesso quest’anno un fatturato che varia tra i 55 e i 60 milioni di euro.
Coldiretti Piemonte sta anche procedendo ad una stima dei possibili danni che sono generati dall’embargo russo sulle produzioni diverse dall’ortofrutta. Premesso che il vino è escluso (ed il Piemonte è forte esportatore di vini), preoccupazioni nascono per il settore delle carni e dei prosciutti Dop Parma e San Daniele, i cui circuiti sono alimentati con oltre 1.500.000 cosce di suini allevati in Piemonte. Dovrebbe essere meno pesante l’incidenza sul latte ed i formaggi, in quanto il nostro Paese è importatore con percentuali che oscillano dal 20 al 40% a seconda dei prodotti.
Conclude Antonio De Concilio: “Si tratta di un problema di natura politica, che ha avuto un impatto non adeguatamente calcolato a livello economico dalla stessa Commissione Europea. In questi giorni, anche l'industria automobilistica tedesca sta chiedendo alla Commissione di allentare le misure adottate. È evidente che se l'embargo dovrà essere mantenuto con le modalità attuali, la Commissione e l'intera Unione non possano prescindere dal valutare in modo attento gli effetti per tutto il sistema economico europeo. Speriamo che ciò possa spingere ad individuare una positiva soluzione politica di cui possano beneficiare le esportazioni, ma soprattutto le popolazioni direttamente coinvolte nella crisi ucraina".
Intanto, per i primi giorni della prossima settimana gli stati generali dell'ortofrutta di casa Coldiretti si sono già dati appuntamento per valutare provvedimenti ed azioni da porre in essere.
21 Agosto 2014
COLDIRETTI PIEMONTE: AIUTI UE PER EMBARGO RUSSO TARDIVI ED INSUFFICIENTI. SOLO SULLA FRUTTA UN DANNO DI 60 MILIONI DI EURO