L’annata 2015 sotto il profilo climatico è stata sicuramente favorevole, rispetto al 2014, in cui le condizioni climatiche avevano influenzato negativamente le produzioni piemontesi. La Produzione Lorda Vendibile (P.L.V.) risulta stabile, attestandosi a 0,6 per cento, grazie soprattutto ad alcuni settori trainanti quali il vitivinicolo, il corilicolo e l’orticolo di pieno campo. Il Pil agricolo del Piemonte rappresenta l’11 per cento di quello nazionale. Il prodotto interno lordo piemontese è pari al 2,5 per cento del Pil regionale, raggiungendo con l’agroalimentare il 5,3 per cento. Buone notizie sul lato dell’occupazione: l’agricoltura e l’alimentare hanno registrato un aumento di 2.297 unità rispetto al 2014, pari al +4,6 per cento.
Analisi dell’annata 2015
Nel complesso l’analisi della stagione 2015 evidenzia una serie di indicatori positivi, soprattutto se si guarda al settore frutticolo dove emergono buone prospettive commerciali per le mele, i kiwi ed una produzione in ripresa per pere, susine e fragole. Rimane, invece, critico il mercato delle produzioni estive: in particolare per le pesche e le nettarine è stato ancora un anno da dimenticare. Continua il trend positivo per il settore corilicolo, per quello vitivinicolo è stata un’annata da ricordare e per la risicoltura si conferma una buona stagione anche se rimane la preoccupazione per le importazioni dai Paesi dell’Est asiatico.
A registrare un segno negativo è il settore latte, con una P.L.V. del -14 per cento rispetto allo scorso anno, la cui crisi si è aggravata ulteriormente negli ultimi tre mesi. Lo scorso 26 novembre è stato raggiunto l’accordo economico con Italatte per cui il prezzo del latte alla stalla è aumentato del 2,1 per cento, anche se rimane ancora inferiore ai costi di produzione, stimati da Ismea a 38/40 centesimi al litro.
Per quanto riguarda la zootecnia da carne, si registra una ripresa per la razza bovina Piemontese per la quale nel corso dell’anno Coldiretti Piemonte ha lavorato al fine di ottenere il riconoscimento I.G.P. per il Vitellone Piemontese della Coscia, pratica che attualmente è in sede d’esame presso la Commissione europea. Inoltre, dopo l’esperienza positiva del 2013, anche quest’anno è stato replicato l’accordo di filiera con Mc Donald’s per cui La Razza Piemontese è stata protagonista, per 15 giorni ad ottobre e a novembre, in oltre 500 ristoranti italiani della multinazionale con l’hamburger dedicato McItaly.
A trainare l’annata agraria è stato il comparto vitivinicolo che, favorito dalle condizioni climatiche, ha registrato una performance da record con una P.L.V. di 159 milioni di euro pari al +29 per cento rispetto allo scorso anno. Vendemmia dalla quantità stabile, con un +2,5 per cento rispetto alla produzione 2014, e dall’ ottima qualità su tutte le varietà. Ora l’attenzione si è spostata alla cantina dove avvengono i processi di vinificazione ed affinamento che potranno confermare l’ottimo raccolto.
Il settore vitivinicolo rappresenta anche una voce importante per l’export piemontese: il solo mercato statunitense ne assorbe il 35 per cento.
A gravare, però, ancora sull’economia agricola piemontese è l’embargo russo, prorogato fino a giugno 2016. Ne ha risentito soprattutto il settore ortofrutticolo, ma anche quello pataticolo e zootecnico. Il 60 per cento dei 5 milioni di quintali di frutta prodotti in Piemonte è destinato all’estero, di cui il 40 per cento proprio alla Russia. Oltre ai danni economici diretti, questa situazione sta producendo anche uno sconvolgimento degli equilibri di mercato. Le produzioni ortofrutticole, infatti, degli altri paesi europei, respinte dalla Russia, vengono riversate sul nostro mercato italiano, facendo calare vertiginosamente i prezzi. A poco servono le contromisure prese dall’Unione Europea.
I numeri di Coldiretti Piemonte
Sono oltre 60 mila le imprese associate di Coldiretti Piemonte che ha ulteriormente sviluppato il proprio Sistema di Rappresentanza e dei Sevizi, forte di oltre 800 dipendenti, 6 sedi provinciali ed interprovinciali, 49 Uffici zonali e 1.043 recapiti comunali e frazionali. Tale struttura ha permesso alle imprese agricole socie di accedere a 180 milioni di euro di contributi comunitari attraverso il mandato conferito al Centro di Assistenza Agricola (CAA) di Coldiretti Piemonte per l’attivazione di procedimenti amministrativi inerenti domande di Pagamento Unico PAC e di Sviluppo Rurale. A dare supporto agli imprenditori agricoli è CreditAgri Italia, la finanziaria degli agricoltori italiani promossa dall’Organizzazione al fine di favorire l’accesso al credito, che in Piemonte conta 1700 soci e che nell’ultimo periodo ha finanziato 351 operazioni per un valore di oltre 31 milioni di euro. Sono state inoltre 18 mila le imprese che si sono avvalse della consulenza e dell’assistenza fiscale, tributaria e lavoristica delle Società di Servizi dell’Organizzazione. Anche nei servizi alla persona rivolti a tutti i cittadini, il Patronato EPACA ha potuto mettere a disposizione una rete di oltre 50 punti di assistenza con 75 operatori specializzati in materia previdenziale, assistenziale e infortunistica, capaci di attivare oltre 88 mila pratiche.
“A fine ottobre è stato compiuto un passo importante da parte della Commissione europea con l’approvazione del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 che rappresenta una grande occasione per sostenere lo sforzo di rinnovamento del settore agricolo e per aumentare la competitività delle nostre aziende piemontesi. Si creano le opportunità per l’occupazione di almeno 2500 giovani fra gli aiuti destinati a sostenerne l’insediamento e quelli espressamente a loro dedicati per gli investimenti – ha spiegato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte nel corso della conferenza stampa - Sono 110 i milioni di euro, infatti, destinati ai giovani di cui metà mirati all’insediamento ed il resto per gli investimenti materiali ed immateriali delle nuove start-up. Entro la fine dell’anno dovremo assistere all’emanazione dei primi bandi”.
“L’annata 2015 è stata caratterizzata dalla crisi del settore lattiero caseario che, a fine marzo, ha visto anche la cessazione del regime delle quote latte – ha ricordato Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte - Abbiamo la necessità di portare avanti i progetti di filiera avviati ed, in particolare, dovremo lavorare per la filiera mangimistica al fine di assicurare un prodotto di alta qualità, no OGM ed a prezzi sostenibili per i nostri allevatori. Una filiera nella quale potrà essere protagonista il sistema dei consorzi agrari”.
A chiudere la conferenza stampa le previsioni per il prossimo anno: “Sara importante far funzionare nel modo corretto il PSR attraverso efficaci criteri di selezione dei progetti – ha concluso De Concilio – Il 2016 sarà all’insegna del grande impegno della nostra struttura affinché il PSR possa davvero favorire lo sviluppo e la crescita delle nostre aziende”.