3 Luglio 2020
Coldiretti Piemonte: etichettatura d’origine per valorizzare i salumi made in Piemonte

Terminati i 90 giorni di “stand still”: nessuna opposizione dall’Unione Europea

Nessuna opposizione dalla Commissione Ue allo schema di decreto nazionale interministeriale (Politiche Agricole, Sviluppo Economico e Salute) che introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate. Un grande passo quindi verso l’etichettatura d’origine per  i salumi Made in Piemonte. E’ quanto afferma Coldiretti Piemonte nel commentare la scadenza del cosiddetto termine di “stand still”, il periodo di “quarantena” di 90 giorni tanto atteso per dare una vera carta d’identità a salami, mortadella, prosciutti e culatello Made in Italy per smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana, come chiede il 93% dei cittadini che ritiene importante conoscere l’origine degli alimenti, secondo l’indagine on line del Ministero delle Politiche agricole.

Nel 2019 importazioni di cosce di suini dall’estero alle stelle con circa 56 milioni ovvero più di 1 milione di cosce alla settimana si sono riversate nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy.

“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy – affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. L’Italia ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa, anche sfruttando le opportunità offerte dalla storica apertura dell’Ue all’obbligo dell’origine con l’indicazione dello Stato membro con la nuova Strategia Farm to Fork nell’ambito del Green New Deal. Questo è sicuramente un passo aventi molto importante per il Piemonte dove la filiera suinicola conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale”.

Il decreto sui salumi, che dovrà essere presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale per essere operativo, prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

 

L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI

 

Cibi con l’indicazione origine Cibi senza indicazione d’origine
Salumi (*) Carne di coniglio
Carne di pollo e derivati Carne trasformata
Carne bovina Marmellate, succhi di frutta
Frutta e verdura fresche Fagioli, lenticchie, piselli in scatola
Uova Pane
Miele Insalate in busta (IV° gamma)
Extravergine di oliva Frutta e verdura essiccata
Pesce  
Derivati del pomodoro e sughi pronti  
Latte/Formaggi  
Pasta  
Riso  
Tartufi e Funghi spontanei  

 

(*) in attesa della pubblicazione del decreto

Fonte: Elaborazioni Coldiretti

 

 

 

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