18 Giugno 2018
COLDIRETTI PIEMONTE: ATTIVARE AL PIU’ PRESTO LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA PER DIFENDERE IL RISO MADE IN PIEMONTE

 E' necessario fermare le importazioni di riso asiatico a dazio zero che stanno facendo concorrenza sleale  alle produzioni nazionali e comunitarie. E' quanto afferma Coldiretti nel sottolineare che deve scattare al più presto la clausola di salvaguardia prevista dall'Unione Europea relativa alle importazioni di riso originario dalla Cambogia e dalla Birmania da dove nell'ultimo anno ne sono arrivati in Italia 22,5 milioni di chili. "Permane la situazione di difficoltà per il comparto risicolo piemontese colpito dalle importazioni di riso a dazio zero da questi Paesi asiatici EBA ("Tutto tranne le armi") che nell'ultimo anno hanno dimezzato le quotazioni riconosciute agli agricoltori - sottolinea Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo -. L’obiettivo è di fermare la possibilità di esportare verso l’Unione Europea quantitativi illimitati di riso a dazio zero da questi Paesi perché la crisi dei prezzi mette a rischio la sopravvivenza e il futuro dell’intera filiera risicola europea. Un passo importante ed urgente – sottolinea la Coldiretti – nei confronti dell’invasione da Paesi come la Cambogia e la Birmania da dove sono triplicate nell’ultimo anno le importazioni in Italia di riso greggio”.
Un pacco di riso su quattro venduto in Italia contiene prodotto straniero con la produzione asiatica che rappresenta circa la metà del riso importato in Italia. I prezzi riconosciuti agli agricoltori italiani hanno fatto registrare contrazioni consistenti per le principali varietà di riso che vanno dal -58% per l'Arborio al -57% per il Carnaroli, dal -41% per il Roma al -37% per il Vialone Nano.
"Non c'è ulteriore tempo da perdere per salvare la risicultura italiana - sostengono  Fabrizio Galliati vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Il Piemonte resta la regione italiana con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende e non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire con le importazioni lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale. Auspichiamo che vengano messe in atto al più presto azioni concrete e che venga attivata la clausola di salvaguardia per affrontare questa situazione che, come più volte abbiamo evidenziato, già da troppo tempo compromette il futuro di numerosi imprenditori risicoli”. 

 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi