3 Ottobre 2020
Coldiretti Piemonte: estendere a tutti i settori il taglio e il costo del lavoro

In Piemonte fondamentale includere ortofrutta e silvicoltura

“E’ importante trovare le disponibilità per estendere a tutti i settori il taglio del costo del lavoro, in particolare in Piemonte non possiamo dimenticare l’ortofrutta e la silvicoltura poiché la nostra regione è quella che a livello nazionale ha la più ampia superficie forestale arborea con circa 1 milione di ettari, ovvero il 38% del territorio, di cui i boschi coprono 932 mila ettari. Occorre anche una autorizzazione specifica da Bruxelles per superare il limite massimo per l’esonero contributivo per azienda”. E’ quanto affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale nel sottolineare che in questo contesto è necessario individuare le risorse da recuperare tra le misure di sostegno per l’emergenza che non sono state totalmente impiegate.

Non va dimenticato che il 57% delle aziende agricole ha subito una calo delle attività per l’emergenza Covid con i consumi alimentari degli italiani in calo nel 2020 per effetto del crollo del canale della ristorazione con un taglio complessivo della spesa a tavola di ben 24 miliardi.

“L’esonero straordinario dai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro è un intervento indispensabile a sostegno delle filiere agroalimentari duramente colpite dalla crisi innescata dalla pandemia – continuano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Per questo la nostra Organizzazione ha inviato una lettera al ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, per sottolineare la necessità di rivedere le norme europee sugli aiuti di Stato affinché vengano sfruttate tutte le risorse destinate all’Italia ed evitare il rischio che queste non abbiano una completa valorizzazione e l’atteso impatto a sostegno delle imprese. Resta essenziale ridurre il costo del lavoro per le imprese – concludono – per colmare il divario con il resto dell’UE e recuperare lo svantaggio competitivo con Paesi come la Germania, la Francia e la Spagna, dove le imprese agricole si avvantaggiano di costi molto più bassi dei nostri per dare lavoro agli stagionali”.

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