9 Novembre 2020
Coldiretti Piemonte – digital divide: colmare il divario per utilizzare il potenziale della tecnologia

Dalla didattica ai corsi d’aggiornamento fino all’agricoltura 4.0: non vanno penalizzate le nostre aree rurali 

Quasi 1 famiglia su 3 (32%) che vive in campagna non dispone di una connessione a banda larga con difficoltà quindi di accesso alle lezioni on line con i propri insegnanti. E’ quanto emerge da una elaborazione di Coldiretti su dati Istat in riferimento ai 3 milioni e 700 mila studenti che secondo Tuttoscuola saranno in didattica a distanza integrata per effetto dell’ultimo DPCM entrato in vigore con l’estendersi dell’emergenza Covid.

Situazione che si riscontra nelle aree rurali piemontesi dove le notizie non sono buone rispetto al Piano banda ultralarga poiché il progetto è in forte ritardo e i lavori si completeranno, secondo quanto comunicato da Infratel e Open Fiber  alla Regione, Anci e Uncem, solo nel 2023 con  2 anni di ritardo rispetto alla tabella di marcia annunciata nel 2017.

“La banda ultralarga resta, purtroppo, un miraggio per moltissimi – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale – nostri imprenditori che risiedono nelle campagne, da nord a sud del Piemonte. In questa fase più che mai, in cui anche la didattica viene svolta, principalmente, in modalità on-line, il digital divide spezza il Paese fra zone servite dalla banda larga e altre invece no. Bisogna colmare questo divario per poter utilizzare al meglio, anche nelle campagne, tutto il potenziale delle nuove tecnologie: dalla scuola on line ai corsi di aggiornamento a distanza fino all’agricoltura 4.0 per ottenere un incremento di produttività accompagnata dalla riduzione dei costi e a favore della sostenibilità ambientale ma anche cogliere le opportunità del turismo nelle aree interne e del commercio on line in questo momento di difficoltà”.

Proprio per facilitare l’agricoltura 4.0 Coldiretti ha siglato con Tim e Bonifiche Ferraresi un accordo per portare la banda ultralarga nelle aziende e sostenere con nuove soluzioni tecnologiche il grande potenziale di innovazione del settore a beneficio della ripresa economica del Paese, accelerando la transizione digitale dell’agroalimentare Made in Italy.
“Le nuove tecnologie digitali – concludono Moncalvo e Rivarossa  - sono uno strumento strategico per ripartire da un presente che deve fare i conti con l’emergenza Coronavirus che ci sta mettendo a dura prova ma che ha fatto anche scoprire l’importanza dell’innovazione per un Paese come l’Italia che sconta pesanti ritardi rispetto agli altri partner europei”.

 

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