21 Gennaio 2021
Coldiretti Piemonte – covid: ok a spostamenti per curare gli orti

Con faq sul sito del Governo anche in zona arancione chi coltiva per hobby può continuare a produrre per autoconsumo 

 

“È consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione”. Lo rende noto la Coldiretti nell’evidenziare che, secondo la faq pubblicata sul sito del Governo, anche nelle zone arancioni, come il Piemonte, è possibile la cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale.

La coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito.

“Una precisazione importante che – affermano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – consente gli spostamenti, nella nostra regione, per lo svolgimento di una attività gratificante e utile e per chi vuole garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta. In più la piccola agricoltura familiare per autoconsumo, in una situazione emergenziale come quella attuale, ha una sua rilevanza, in quanto può rappresentare un’integrazione importante al bilancio familiare. Investire sulla cultura dell’orto significa impegnarsi in una capillare azione di educazione alimentare per sensibilizzare i cittadini nei confronti della stagionalità delle produzioni, del rispetto ambientale e delle reali caratteristiche del cibo che si porta in tavola. Oggi non mancano casi, soprattutto tra i più giovani, di coloro che hanno scelto di acquistare terreni abbandonati per portarli a nuova vita, dando inoltre un grande contributo alla tutela ambientale e paesaggistica”.

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