9 Febbraio 2021
Coldiretti Piemonte- riso: stop ad agevolazioni UE a militari golpisti in Birmania

Con aiuti Ue aumento delle esportazioni, riso Japonica +80,5%

La Birmania gode di un sistema di preferenze generalizzato con l’UE che si concretizza nell’applicazione dell’accordo EBA (tutto tranne le armi) che consente al Paese asiatico di esportare in Europa tutto senza dazi, tranne appunto le armi. E’ quanto denuncia Coldiretti  in riferimento alla decisione dell’Australia di riesaminare i suoi impegni di aiuti alla Birmania senza escludere sanzioni contro i militari golpisti. Il regime di aiuti concesso dall’Unione Europea ha comportato ingenti aumenti delle esportazioni soprattutto nel campo del tessile e alimentare.

“Gli arrivi in Italia di riso birmano fanno registrare un balzo del +80,5% di riso Japonica nei primi dieci mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat – spiega Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo -. Alla luce del colpo di Stato è necessario attivare al più presto la sospensione totale del regime agevolato EBA (tutto tranne le armi), concesso dall’Unione Europea.  Il paese asiatico, infatti continua a godere delle esenzioni tariffarie sulle produzioni di riso della varietà Japonica che sono sospese, invece, per la varietà Indica per la decisione UE di applicare la cosiddetta clausola di salvaguardia”.

“Nell’ambito dei negoziati internazionali per gli accordi di libero scambio il riso, sia Japonica che Indica deve essere considerato un prodotto “sensibile” dalla Commissione Ue, evitando concessioni all’import nelle situazioni di mancato rispetto del diritto internazionale – commentano ricordano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale -. Oltretutto, ricordiamo l’importanza della risicoltura per il nostro territorio: il Piemonte, infatti, è la prima regione in Europa per produzione con 8 milioni di quintali, circa 1900 aziende per un totale di 117 mila ettari. Occorre, dunque, salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui, con l’emergenza Covid -19, l’alimentare  ha dimostrato tutta la sua strategicità”.

 

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