4 Aprile 2022
Coldiretti Piemonte – rifiuti nucleari: no al consumo di suolo agricolo fondamentale per la produzione di cibo con sconvolgimenti guerra Ucraina

Sogin ha trasmesso al Ministero della Transizione Ecologica la proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ad ospitare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, dopo i 60 giorni dalla chiusura della consultazione pubblica.

“In attesa della CNAI, varie testate giornalistiche indicano una presenza ancora significativa di siti piemontesi per cui la nostra Regione risulta particolarmente a rischio tra le sedi idonee ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani per un totale di almeno 150 ettari”, spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale a seguito del “Tavolo della trasparenza e partecipazione nucleare”, organizzato da Regione Piemonte, al quale ha preso parte il presidente Roberto Moncalvo.

“Ribadiamo che il Piemonte è la regione che detiene il maggior quantitativo di radioattività in Italia, nei sei impianti realizzati in passato. Anche per questo è importante escludere la nostra Regione nella scelta del sito per il deposito nazionale, evitando tra l’altro di consumare ulteriore suolo agricolo, mettendo a repentaglio la vocazione e l’economia agroalimentare dei nostri territori – proseguono Moncalvo e Rivarossa -. In Piemonte il consumo di suolo complessivo è di circa 175.000 ettari pari quindi al 6,9% della superficie totale regionale che è di 2.540.000 ettari. Vanno contrastate le scelte che penalizzano sempre e solo l’agricoltura: ci sono siano tante aree industriali, abbandonate e dismesse, site più o meno vicino alle grandi città, che potrebbero servire benissimo allo scopo. La continua espansione di superfici artificiali, a lungo andare, rischia di avere pesanti conseguenze su più fronti, oltreché possibilità di non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento alimentare, in un momento peraltro di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali, vista la guerra ucraina in atto. Ricordiamoci che la nostra agricoltura è green, variegata, punta sempre più a progetti di filiera volti a valorizzare i prodotti locali, al biologico, alla difesa e alla tutela della biodiversità e sostenibilità”.

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