10 Febbraio 2023
Coldiretti Piemonte – fruit logistica: con costo raddoppiati è sos frutta

Servono misure immediate di sostegno, a rischio oltre 7 mila aziende piemontesi

 Guerra in Ucraina e rincari energetici spingono i costi correnti per la produzione della frutta e della verdura italiane che arrivano anche a raddoppiare (fino a +119%) con un impatto traumatico sulle aziende agricole. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Crea divulgata a Fruit Logistica di Berlino la principale fiera internazionale di settore.

L’impennata dei costi di produzione ha colpito tutte le fasi dell’attività aziendale dal riscaldamento delle serre ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi. Gli incrementi non hanno risparmiato neppure la plastica per le vaschette, le retine e le buste, la carta per bollini ed etichette, il cartone ondulato come il legno per le cassette, mentre si allungano anche i tempi di consegna.

“Tutta una serie di aumenti che sono stati per la maggior parte assorbiti dalle imprese agricole stesse aumentando le difficoltà del settore e costringendo i produttori a lavorare in perdita – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. A pesare è anche la concorrenza sleale delle produzioni straniere: le pere cinesi Nashi, ad esempio, arrivano regolarmente nel nostro Paese, ma quelle italiane non possono andare in Cina perché non è stata ancora concessa l’autorizzazione fitosanitaria. Alle barriere commerciali si aggiungono i danni causati dalla concorrenza sleale, con quasi 1 prodotto alimentare su 5 importato in Italia che non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese. In Piemonte abbiamo denunciato le tante problematiche del comparto frutticolo durante il blitz “SOS Frutta” dello scorso 22 novembre a Torino, in piazza Castello perché a rischio chiusura ci sono oltre 7 mila aziende. A livello europeo è necessario un sostegno affinché tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute, secondo il principio di reciprocità”.

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