Le importazioni selvagge dall’estero, i cambiamenti climatici e l’aumento dei costi di produzione colpiscono il Vivaio Italia mettendo a rischio un settore cardine del made in Italy che vale 3,1 miliardi di euro e garantisce lavoro a 200mila persone. Nonostante questo, le aziende italiane hanno saputo raggiungere un record storico di export che nel 2023 supera l’1,25 miliardi. E’ quanto emerge dai dati diffusi in occasione di Myplant&Garden di Milano, dove è intervenuto Gianluca Boeri, vicepresidente del Tavolo Piante e Fiori del COPA-COGECA di Bruxelles.

“Occorre – spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – combattere la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero facendo in modo che piante e fiori in vendita in Italia e in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori. Il florovivaismo è anche l’espressione di una agricoltura multifunzionale capace di generare esternalità positive per il bene della comunità e dell’ambiente, nonostante i rincari e le grandi difficoltà economiche”.

Il florovivaismo piemontese conta numeri importanti: genera una produzione lorda vendibile di oltre 130 milioni di euro di cui con più di 1100 imprese diffuse sul territorio, una superficie complessiva di 1300 ettari, una produzione di piante ornamentali di oltre 10 milioni ed un totale di circa 3500 addetti.

“A minacciare il futuro del settore sono però le difficoltà climatiche e l’esplosione dei costi di produzione, più che raddoppiati a causa dei rincari dell’energia che colpiscono l’intera filiera. La valorizzazione del ruolo del verde a tutela della salute dei cittadini e della biodiversità rappresenta una nuova opportunità per promuovere un settore cardine per l’economia italiana come il florovivaismo”.