Il mese di gennaio si è chiuso con il 60 per cento in meno di pioggia rispetto alla media, dopo un dicembre che si è classificato come il meno piovoso da 215 anni con il 91 per cento di precipitazioni in meno rispetto alla media. L’allarme siccità è un dato di fatto che preoccupa poiché, alla mancanza di pioggia, si aggiungono anche le alte temperature di questi mesi che hanno provocato lo sconvolgimento dell’ambiente, tanto da avere già alberi fioriti ad inizio febbraio.
Il Piemonte risente di questi sconvolgimenti climatici: il fiume Po, infatti, si trova sotto di 2 metri rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo i rilevamenti effettuati da Coldiretti a fine gennaio a Pontelagoscuro, e le acque del lago Maggiore sono di oltre un metro più basse rispetto alla media del periodo tanto che il lago è al 17 per cento della sua capacità, raggiungendo quasi il minimo storico.
“Temiamo che la mancanza di scorte d’acqua nel periodo invernale si ripercuota pesantemente sui raccolti nella stagione produttiva – ha fatto notare Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte - gli ortaggi invernali sono già in sofferenza e nei prossimi mesi i nostri agricoltori saranno alle prese con la semina del mais e della soia per la quale serve disponibilità idrica”.
Inoltre, se si abbasseranno bruscamente le temperature, dopo questo caldo fuori stagione, a farne le spese, essendo ora molto più vulnerabili al freddo, saranno le piante con le gemme già fiorite.
“Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con ripetuti sfasamenti stagionali - ha concluso Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte – e’ necessario badare, adesso più che mai, al risparmio idrico e mettere in campo interventi strutturali così come previsto dal PSR del Piemonte e dal Piano Irriguo Nazionale, richiesto dall’Anbi (Associazione nazionale consorzi gestione tutela territorio ed acque irrigue)”.
1 Febbraio 2016
ALLARME SICCITA’: A RISCHIO LE COLTURE MADE IN PIEMONTE