4 Febbraio 2012
ANCHE L’AGRICOLTURA PIEMONTESE STRETTA NELLA MORSA DEL GELO

Il gelo polare di questi giorni sta generando non pochi problemi all’agricoltura. In Piemonte, sono particolarmente colpite le strutture di servizio agli allevamenti, dove a causa del freddo intenso le condutture che portano acqua agli abbeveratoi del bestiame e delle pecore sono gelate. Questi impianti realizzati normalmente ad una profondità di 50 cm sotto la lettiera o i recinti degli animali, non reggono a temperature inferiori a meno 10 gradi.
Di qui il super lavoro degli allevatori nel tentativo di scongelare tali impianti con acqua bollente e altri attrezzi improvvisati tendenti ad alzare le temperature dei tubi conduttori dell’impianto idraulico.
Dicono Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa – Presidente e Direttore di Coldiretti Piemonte – “In Piemonte l’improvviso abbassamento delle temperature ha colto di sorpresa gli allevatori che in questi anni hanno realizzato strutture di camminamento esterne alle stalle per garantire il benessere degli animali, bovini in particolare. Purtroppo queste strutture sono esterne e in alcuni casi la coibentazione di cui sono dotati gli impianti di distribuzione dell’acqua non hanno retto al repentino abbassamento delle temperature. Questo comporta un notevole aumento dei costi sostenuti dall’impresa agricola. Paradossalmente i bovini non hanno sofferto di questa situazione poiché sono stati riparati da teloni e balloni di paglia e fieno che hanno funzionato da barriera al freddo”.
Problematiche serie vanno segnalate nel settore orticolo. Sono triplicati i costi di riscaldamento delle serre che in questo momento ospitano principalmente prodotti orticoli ma anche le serre dei vivaisti che già stanno coltivando le piantine che poi saranno vendute per il trapianto sotto tunnel o in pieno campo.
Nelle zone montane e collinari del Piemonte, Coldiretti segnala anche la necessità per molti imprenditori di aver dovuto ricorrere all’alleggerimento dei tetti per evitare il crollo di stalle e porticati a causa dell’eccessiva precipitazione nevosa avvenuta in meno di 24 ore.
Preoccupazioni le nutrono anche i frutticoltori ed i viticoltori dove il freddo polare potrebbe anche aver generato danni irreparabili alla giovani piante. I danni economici per ora non sono calcolabili.

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