17 Giugno 2011
CARNE: LA RISPOSTA ALLE PAURE ARRIVA DAL PIEMONTE, DOV’E’ BUONA, DI OTTIMA QUALITÀ E CERTIFICATA

I consumatori piemontesi non hanno nulla da temere dall’emergenza hamburger generata dalla Germania e sfociata in Francia.
In Piemonte si allevano ottime razze da carne, tra cui la Piemontese, in condizioni di benessere animale, in capo a piccole e medie imprese agricole, ove il bovino è seguito anche dai servizi sanitari regionali con grande capillarità. Purtroppo, la situazione attuale di mercato non premia l’impegno degli allevatori.
Le emergenze sanitarie estere dovrebbero far emergere la necessità di dare alla produzione italiana e piemontese, in particolare, maggiore attenzione, anche nelle diete alimentari, ove spesso il consumo delle carni rosse è limitato.
Dice Paolo Rovellotti, presidente di Coldiretti Piemonte: “Vogliamo evitare che la psicosi dell’hamburger si estenda anche ai nostri prodotti, com’è successo con le verdure. I nostri agricoltori seguono le indicazioni sanitarie che vengono impartite dal livello centrale e periferico. Inoltre, l’intensificazione dei controlli di questi giorni, ci fa essere tutti tranquilli sulla salubrità e qualità delle nostre carni”.
Aggiunge Marcello Gatto, presidente di Coldiretti Cuneo e membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega al settore carne: “Attorno alle razze da carne allevate in Piemonte sono nati in questi anni circuiti di tutela e valorizzazione come il Coalvi e Dono di Natura, nonché macellerie che operano nell’ambito di filiere produttive private e cooperative, che agiscono all’insegna della trasparenza e della qualità della carne. Inoltre, proprio per soddisfare le esigenze di tutti i consumatori e dei giovani in particolare, è nata “Piemontesina”, un hamburger, la cui carne è rigorosamente di razza bovina piemontese oppure l’esempio dei circuito M ** Bun che sta riscuotendo notevole successo di interesse e di consumo”.
Conclude Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Piemonte: “Nella filiera piemontese, oltre alla trasparenza, siamo in grado di assicurare l’etichettatura e la tracciabilità, per cui il consumatore, dal semplice scontrino della bilancia, può risalire all’azienda agricola che ha prodotto la carne. Un’operazione compiuta dagli allevatori e da molti operatori della filiera, al fine di consentire al consumatore di individuare la carne prodotta nella nostra Regione. Certo, avremmo bisogno di un’attenzione maggiore da parte della Grande distribuzione, che oggi fa arrivare dall’estero molta carne in mezzene o già semilavorata. Queste grosse centrali di vendita dovrebbero aderire al percorso virtuoso intrapreso da Coldiretti, sia per avere un rapporto chiaro con i propri clienti, sia per garantire alle produzioni locali la giusta proposizione al consumatore che è sempre molto attento all’origine dei prodotti che acquista. Siamo pronti con le nostre imprese e cooperative a stipulare contratti di filiera con queste grosse centrali di consumo e con la ristorazione pubblica”.
Dunque, in Piemonte, si può stare assolutamente tranquilli rispetto a certe preoccupanti situazioni generatesi in altri paesi Europei

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