11 Gennaio 2008
Cibi a “chilometri zero”: valorizzare il territorio portando le aziende al mercato.

15 i rapporti instaurati con alcune tra le catene più conosciute della grande distribuzione e 90 le forniture per la ristorazione collettiva dove i prodotti rappresentano la più ampia e varia gamma dell’offerta enogastronomica locale: dalla frutta e verdura alla carne bovina e suina, dalla carne avicunicola ai formaggi e latticini. Oltre 4 milioni di euro il fatturato complessivo dove il 60% è rappresentato dalla ristorazione collettiva, il 20% dalla vendita di cereali e il restante 20% dalla grande distribuzione. Il tutto per oltre 2.500 quintali di prodotti collocati. Sono solo alcuni dati, molto concreti, che traducono in realtà il consiglio di consumare prodotti a “Km.0”. Infatti, il record fatto segnare dal gasolio rischia di avere un effetto valanga sull'intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere per addirittura un terzo del prezzo di frutta e verdura con l'80 per cento dei trasporti italiani che avviene su gomma. “Una situazione allarmante, - affermano il presidente e il direttore di Coldiretti Piemonte Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa –  per questo Coldiretti consiglia di fare acquisti di prodotti a “chilometri zero” locali e di stagione che non subiscano troppe intermediazioni, senza percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole con il rischio di subire i rincari dei costi di trasporto dovuti al caro petrolio.”  Per iniziativa della Coldiretti con un semplice click sul sito www.campagnamica.it con il motore di ricerca “In viaggio per Fattorie e Cantine” è possibile individuare nel proprio comune, provincia o regione la più ampia gamma di aziende agricole che vendono direttamente selezionando anche le categorie di prodotto desiderate ed eventualmente anche le specialità garantite da marchio. Con l'entrata in vigore del decreto del Ministero delle Politiche Agricole, fortemente sostenuto dalla mobilitazione della Coldiretti, tutti i Comuni hanno la possibilità di avviare mercati gestiti dagli agricoltori localizzati anche in zone centrali e con frequenza giornaliera, settimanale o mensile a seconda delle esigenze locali. Un discorso che si inserisce perfettamente con l’iniziativa della Regione di promuovere contratti di filiera tra produttori, commercianti e ristoratori, con l’obiettivo di offrire al consumatore e al turista i prodotti del territorio, così come di incentivare l’utilizzo di prodotti locali all’interno delle mense di scuole, ospedali, case di riposo. Progetti e obiettivi che trovano una Coldiretti piemontese già inserita su questa strada da ormai qualche anno: “Grazie al progetto “Coltiviamo la salute”, Coldiretti è entrata a far parte della vita quotidiana di diverse strutture del territorio, risultato che sino a qualche tempo fa era impensabile: oggi, infatti, sono sempre di più le scuole, gli ospedali e le case di riposo che chiedono di avere prodotti locali per la fornitura delle mense – continua il presidente Giorgio Ferrero – e le risposte che stanno arrivando da ogni parte della regione sono più che soddisfacenti. Siamo d’accordo con l’affermare che la strada intrapresa va nella direzione del recupero di una sensibilità ambientale che passa anche attraverso la riduzione degli spostamenti cui sono sottoposte le produzioni per il consumo. Questo progetto per Coldiretti Piemonte si traduce in valorizzazione del territorio e nuove opportunità di crescita per le aziende”.

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