NOVARA VCO – Anche a Novara e Vco, negli ultimi anni si sono moltiplicati gli allarmi legati alla moria delle api, un fenomeno che sta creando gravi danni al settore apistico e grosse preoccupazioni in tutti i settori dipendenti dall’attività delle api per l’impollinazione, in particolar modo le produzioni ortofrutticole.
Va ricordato come la produzione di miele sia particolarmente importante per il contesto locale: nella sola provincia di Novara, infatti, operano ben 300 apicoltori con una produzione di 10.000 quintali di miele all’anno, per un fatto agricolo di oltre 8 milioni di euro.
Ma cosa determina la moria delle api? Ancora, con precisione, non lo si sa. Da più parti viene però lanciato un atto di accusa nei confronti di prodotti concianti - i cosiddetti neonicotinoidi - utilizzati per diverse coltivazioni (come mais e girasole); in Francia alcuni sono stati sospesi, in via precauzionale.
La cosiddetta “concia del seme” costituisce una strategia agronomica utile a ridurre l’impatto ambientale dei trattamenti a difesa delle sementi: un’evoluzione che ha portato a ricoprire solo il seme, invece di irrorare tutto il terreno. Se da un lato è palese la buona fede delle imprese agricole che acquistano seme già conciato con prodotti autorizzati dal ministero della Sanità, è altrettanto evidente come il tema sia da chiarire una volta per tutte, nell’interesse degli imprenditori apistici, ma anche del reddito delle imprese agricole.
Nel corso di una riunione presso il ministero delle politiche agricole, Coldiretti ha evidenziato la propria preoccupazione per la situazione attuale e ha presentato due richieste.
La prima richiesta è orientata all’avvio di un’iniziativa specifica del Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), ovvero degli istituti pubblici di ricerca, che porti a studiare tutti diversi tipi di avversità che stanno minando la presenza delle api (in Italia e all’estero); il fine è quello di elaborare una strategia di difesa complessiva per questo insetto fondamentale per l’agricoltura e l’ambiente.
La seconda richiesta è invece l’istituzione di un gruppo di lavoro specifico che possa riunirsi nel giro di poche settimane per discutere di tutti gli studi disponibili, delle evidenze di laboratorio e delle posizioni degli istituti di ricerca rispetto al collegamento neonicotinoidi-moria di api; questo per poter assumere tempestivamente decisioni adeguate rispetto all’applicazione del principio di precauzione.
Naturalmente, qualsiasi decisione va assunta nel rispetto di tempistiche che permettano di preparare il materiale vegetale per le semine della campagna 2009.
Intanto, sul territorio delle due province, si registra un importante intervento da parte della Banca Popolare di Novara che, prima in Italia, ha realizzato un apposito prodotto finanziario a breve termine idoneo alle esigenze degli operatori colpiti da questa calamità: la forma tecnica è lo sconto cambiale agraria della durata di 18 mesi meno un giorno, prorogabile a 24 mesi, correlata al periodo di spese per il ripristino degli alveari ed il recupero del danno da minor produzione (l’importo massimo erogabile è di 50 mila euro).
“Già le scorse settimane avevamo richiamato la necessità di porre grande attenzione al fenomeno connesso alla moria delle api ed oggi vediamo con positività i primi interventi di attenzione al problema” dice il direttore di Coldiretti Novara e Vco Diego Furia che ribadisce allo stesso tempo “la necessità di affrontare, anche sul territorio, il problema nella sua complessità con un tavolo di lavoro e confronto con le istituzioni”.
15 Maggio 2008
COLDIRETTI NOVARA VCO, SI ANALIZZA IL PROBLEMA LEGATO ALLA MORIA DELLE API. LA BANCA POPOLARE DI NOVARA VARA UN PROGETTO DI SOSTEGNO