Patto fra Coldiretti e Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) per un’agricoltura sostenibile che favorisca i prodotti locali, l’utilizzo razionale di risorse come l’acqua e la terra e il consumo responsabile del cibo. Siglato dal presidente di Coldiretti Ettore Prandini e dal direttore generale della Fao José Graziano da Silva, punta sul ruolo dell'agricoltura familiare che produce l’80% del cibo a livello mondiale, cura il territorio ed è in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici. Questo modello è in grado di conciliare il lavoro e gli interessi delle imprese agricole con le esigenze e le richieste dei cittadini e della società, sempre più orientate alla qualità e alla sicurezza del cibo e ai valori di sostenibilità e consumo consapevole. Coloro che si approvvigionano esclusivamente tramite reti alimentari alternative sprecano meno perché i cibi in vendita sono più freschi e durano di più e perché non devono percorrere lunghe distanze con le emissioni in atmosfera dovute alla combustione dei carburanti. Secondo un’analisi Coldiretti, infatti, su uno studio Ispra, rispetto a uno spreco alimentare del 40-60% per i sistemi alimentari di grande distribuzione alimentare, si scende ad appena il 15-25% per gli acquisti diretti dal produttore agricolo.
“Un accordo per un modello di agricoltura che punta alla sicurezza alimentare, valorizzando e diffondendo sullo scenario globale l’esempio virtuoso dei mercati di Campagna Amica – spiegano Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Acquistare prodotti locali è un segnale di attenzione anche all’ambiente e al paesaggio, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione del nostro territorio. La rete di Campagna Amica del Piemonte conta un migliaio di punti vendita diretta, oltre 100 mercati e circa 300 agriturismi dove è possibile fare acquisti di prodotti che seguono regole comportamentali precise, ma non solo: sono, infatti, anche luoghi di socializzazione, formazione ed educazione. L’accordo Coldiretti/Fao sottolinea, quindi, l’importanza di un’organizzazione equa della filiera alimentare dalle imprese agricole all’industria alimentare, arrivando fino ai consumatori”.