13 Settembre 2023
Coldiretti Piemonte – Agricoltura sociale: investire su nuovi modelli di welfare territoriale

Bene nuovo regolamento regionale, ma serve completare normativa a livello nazionale

 Aspetti normativi, formazione ed aggiornamento, analisi dei nuovi disagi e come fronteggiarli e integrazione dei soggetti più svantaggiati. Queste le tematiche toccate durante l’evento “Campagna Amica e l’agricoltura sociale- Un mondo di opportunità”, organizzato da Coldiretti Piemonte e UeCoop Piemonte.

C’è chi si occupa di persone con problemi di dipendenza, di disturbi alimentari oppure chi si dedica all’ortoterapia, ippoterapia e altre attività con disabili fisici e psichici di diversa gravità, ma ci sono realtà che seguono il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate oppure che puntano allo sviluppo di un’attività agricola volta al miglioramento del benessere o al sostegno nell’arco della terza età fino a chi si prende cura della didattica e dell’infanzia o, ancora, dell’inserimento dei rifugiati politici. Tanti gli esempi e le pratiche di agricoltura sociale che sono state portate come esempi durante la mattinata a cui hanno preso parte, dialogando con il presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo, Elena Chiorino, assessore regionale all’Istruzione e Merito, Lavoro, Formazione professionale e Diritto allo Studio universitario, che si è soffermata sulle potenzialità dei servizi di agricoltura sociale rispetto alla formazione, non solo dell’infanzia, ma anche degli operatori delle fattorie sociali; Maurizio Marrone, assessore regionale alle Politiche sociali e dell’integrazione socio-sanitaria, che si è focalizzato su come un nuovo modello di welfare territoriale possa far fronte ai bisogni post Covid rispetto alle fragilità che sono emerse nei più giovani, ma non solo  e Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura, che è intervenuto sul binomio agricoltura e sociale, partendo dal nuovo regolamento che disciplina l’attività delle fattorie sociali e che riconosce ufficialmente le aziende che, tramite l’attività agricola, favoriscono l’inserimento di lavoratori svantaggiati o disabili. Con Matteo Castella, presidente Ue.Coop Piemonte, si è poi trattato il tema della cooperazione concentrandosi sulla necessità di creare una rete territoriale per coprogettare e per creare una reale sinergia.

“A livello nazionale, serve accelerare sull’approvazione delle linee guide attuative affinché si possa concludere il percorso normativo iniziato nel 2015 con l’approvazione della Legge: è imprescindibile prendere atto della necessità di collaborazione tra aziende, Istituzioni e realtà sociali – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. A livello piemontese, sicuramente è un passo avanti molto importante avere il regolamento regionale che definisce i requisiti e le modalità per svolgere l’attività di agricoltura sociale con l’obiettivo di offrire alle comunità locali prestazioni e servizi socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo che possano migliorare le condizioni di salute fisica e psichica di chi è in difficoltà. Proprio dopo il Covid – fanno notare – sono aumentare le richieste d’aiuto del 30% per disagio con problemi di salute mentale, dipendenze, ansia e depressione, ma anche il mondo del lavoro è cambiato, con la necessità di impiegare meglio di “scoraggiati” in età da lavoro, ed è cresciuta l’emersione del fenomeno discriminatorio  con le segnalazioni che sono del +91% rispetto al 2020: a fronte di questo scenario è necessario investire su un nuovo welfare privato che può offrire servizi sul territorio ed il ruolo di Coldiretti a questo proposito diventa, appunto, anche quello di tessere un contatto fondamentale tra le parti. Per questo ci siamo strutturati con i manager dell’agricoltura sociale sulle singole province e, a livello nazionale, è stata costituita l’associazione A.I.U.T.A. - Associazione Italiana Uomo Terra Agricoltura. Tramite questa struttura, vogliamo puntare anche sull’aspetto formativo e di aggiornamento: è già pronto a partire in Piemonte il corso per operatore di fattoria sociale, organizzato con Inipa NordOvest, per cui i nostri uffici stanno raccogliendo le adesioni. Non possiamo prescindere dal professionalizzare il settore per fare sì che la nostra agricoltura, oltre a distinguersi per qualità, rispetto ambientale ed efficienza, vanti anche la capacità di generare valore sociale attraverso la produzione di cibo. Per arrivare a fare tutto questo, abbiamo la necessità che le Istituzioni riconoscano, anche con opportuni aiuti economici che già esistono per il terzo settore, la qualità ed i risultati dei percorsi di agricoltura sociale portati avanti dalle imprese agricole piemontesi. Oggi abbiamo raccolto una disponibilità importante da parte degli assessori presenti per cui proseguiremo il nostro lavoro per trasformare questa disponibilità in atti concreti per rafforzare le oltre 600 buone pratiche già realizzate ed incrementare il numero di fattorie sociali in Piemonte”.

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