25 Ottobre 2019
COLDIRETTI PIEMONTE: AGROINDUSTRIA SCELGA MIELE MADE IN PIEMONTE PER GARANTIRE AI CONSUMATORI LA QUALITA’ E DARE UNA VERA OPPORTUNITA’ AL SETTORE

Con l’autunno e l’arrivo dei primi malanni il miele è un ottimo rimedio naturale per curare mal di gola e raffreddore, ma il miele non viene solo consumato puro bensì impiegato per le preparazioni di dolciumi e prodotti da forno.

In Piemonte il settore apistico, negli ultimi cinque, anni ha avuto uno sviluppo sia per il numero di alveari allevati, sia per il numero di aziende attive. Dal 2001, anno in cui si registravano 2.701 aziende con 88.276 alveari allevati, si è passati nel 2017 a 5.612 aziende che conducono 18.982 apiari con 199.315 alveari.

“Una volta che il miele varca le porte dell’agroindustria si perdono le tracce della sua provenienza e viene mescolato con altri ingredienti – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Il miele è utilizzato, soprattutto, nella preparazione del torrone, dolce immancabile sulle tavole piemontesi durante le festività, ma anche in alcuni biscotti e merendine, cibi preferiti dai bambini. Ma di che miele si tratta? Il rischio è che, vista la crisi produttiva, a causa dell’andamento climatico anomalo per cui abbiamo chiesto, tra l’altro, alla Regione lo stato di crisi per quest’anno, e l’arrivo massiccio di miele dall’estero, venga impiegato prodotto straniero che, spesso, di miele ha ben poco. Oltretutto, chi produce miscele di miele non è obbligato ad indicare la percentuale dei vari componenti né ad elencarli, causando così un grave danno ai produttori di miele ed ingannando il consumatore che non può sapere ciò che sta mangiando. Alla luce di questa situazione, è opportuno che l’agroindustria scelga il vero miele Made in Piemonte, attivando progetti economici di filiera che possano garantire la giusta valorizzazione del prodotto ed il lavoro degli imprenditori, e che venga resa omogena la legislazione comunitaria per non penalizzare le produzioni ottenute rispettando le rigide norme di sicurezza italiane rispetto a quelle dei Paesi con sistemi di controllo più permissivi, come avviene per il miele proveniente dalla Cina e dall’est Europa.

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