14 Novembre 2015
COLDIRETTI PIEMONTE: ALLEVATORI E CONSUMATORI UNA STRAORDINARIA ALLEANZA

Dopo l’assedio degli allevatori di Coldiretti davanti alla sede dell’Antitrust a Roma, si rinsalda il patto tra i consumatori e gli allevatori. Questi ultimi, nel fine settimana, spiegano e dimostrano da dove viene il latte e come si ottengono i formaggi senza polveri o semilavorati industriali.
A tal proposito Coldiretti Piemonte distribuirà materiale informativo durante le giornate del ringraziamento, programmate nelle varie federazioni provinciali per domenica 15 novembre, oltre ad essere presente nei mercati di Campagna Amica a Torino per incontrare chi quotidianamente si occupa della spesa e si trova, quindi, a dover scegliere quali prodotti portare in tavola.
L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine in etichetta del latte a lunga conservazione, ma anche di quello impiegato in yogurt, latticini e formaggi, non consente, infatti, di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative ed impedisce ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionali e, di conseguenza, il lavoro e l’economia italiana.
I consumatori piemontesi hanno già dimostrato di comprendere perfettamente il messaggio, lanciato in occasione del presidio davanti all’Esselunga di Corso Traiano a Torino lo scorso 10 novembre, esprimendo la ferma volontà di essere al nostro fianco nella battaglia di ridistribuzione del valore all’interno della filiera.
La guerra del latte va avanti perché già mille stalle, a livello nazionale, hanno chiuso nel 2015 ed in Piemonte ci sono a rischio 8000 posti di lavoro, 1900 aziende per 390 milioni di produzione lorda vendibile. Nel passaggio dalla stalla allo scaffale i prezzi del latte fresco moltiplicano fino a quattro volte e la differenza tra i prezzi pagati dal consumatore italiano ed il prezzo riconosciuto agli allevatori è la più alta d’Europa.
Gli allevatori piemontesi necessitano di un adeguamento della remunerazione del proprio prodotto in esecuzione della legge 91 del luglio 2015 secondo la quale il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione, individuati da Ismea tra i 38 ed i 41 centesimi al litro. Questo significa un aumento di circa il 20 per cento dei prezzi riconosciuti all’allevatore rispetto a quelli attualmente praticati.

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