29 Novembre 2016
COLDIRETTI PIEMONTE: ANALISI DI UN PERCORSO FATTO CON LA CONSAPEVOLEZZA DELLA NECESSITA’ DI ULTERIORI RIFORME PER FARE IMPRESA

Il Consiglio odierno della Federazione regionale di Coldiretti Piemonte è stato l'occasione per fare il punto della situazione delle attività, della progettualità in essere e dei risultati ottenuti dall'Organizzazione durante l'anno che sta per concludersi.
"Partendo dal 15 settembre 2015, Giornata nazionale dall'Agricoltura, organizzata da Coldiretti ad Expo, il percorso che abbiamo svolto ha fatto sì che ora possiamo annoverare una serie di risultati - esordisce Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – frutto di attività sindacali portate avanti dalla nostra Organizzazione. Dal taglio, nella Legge di Stabilità 2016, dell’Irap e dell’Imu agricola al Collegato Agricolo 2016 che introduce elementi di semplificazione burocratica; dall’obbligo di indicare l’origine in etichetta per il latte UHT ed i prodotti lattiero-caseari all’approvazione delle legge contro il caporalato; dal via libera, proprio in questi giorni, al Testo Unico sul vino fino alla legge di Bilancio 2017 che eliminerà l’Irpef agricola, aumenterà la quattordicesima ai pensionati coltivatori e avvierà la decontribuzione per i giovani imprenditori agricoli under 40. Provvedimenti – continua Revelli – che vanno nella direzione di eliminare inutili pratiche burocratiche e di tutelare il Made in Italy, oltre a sgravare le nostre aziende da pesanti oneri fiscali”. 
"Diverse sono, comunque le questione aperte su cui Coldiretti sta lavorando e sulle quali abbiamo delle aspettative  - sottolinea Bruno Rivarossa Delegato Confederale – Una di queste è il decreto, allo studio del Governo, per l’indicazione d’origine obbligatoria in etichetta del grano. Un’accelerazione dei tempi legislativi ed uno snellimento dei passaggi burocratici darebbero la possibilità  alle nostre imprese di reggere la competizione. Basti pensare – prosegue Rivarossa - che il percorso legislativo più lungo è stato quello della legge sull’agricoltura sociale che per essere approvata ha impiegato 871 giorni”.
Revelli e Rivarossa concludono così:" Alla luce di tutto ciò si rende quantomai necessaria una riforma costituzionale, derivante solo dall'esito positivo del referendum, che genererà ulteriori concrete ricadute sul tessuto imprenditoriale agricolo in termini di semplificazione, trasparenza delle procedure e di rafforzamento dell'impatto delle politiche sui territori.     

 

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