8 Novembre 2015
COLDIRETTI PIEMONTE: ASSEDIO NO STOP DEGLI ALLEVATORI A DIFESA DELLE STALLE

Continua la guerra del latte davanti al centro di distribuzione dei prodotti della multinazionale del latte francese Lactalis che, dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli, è diventata il primo gruppo del settore. L’obiettivo degli allevatori, che hanno passato la notte all’addiaccio per mantenere il presidio, è quello di andare avanti ad oltranza fino al riconoscimento dei costi di produzione del latte dei nostri allevamenti.
Coldiretti Piemonte ha assicurato la presenza dei suoi allevatori provenienti dalle varie province al presidio per il secondo giorno. Ad accompagnare il contingente la presidente ed il direttore regionale Delia Revelli ed Antonio De Concilio oltre a tutti i presidenti, i direttori ed i dirigenti delle varie federazioni provinciali. Nell’area invasa dagli allevatori davanti al centro logistico Lactalis continua a risuonare lo slogan “Prezzo giusto per il giusto latte”, insieme a tanti altri tra cui “Salviamo i nostri allevamenti da chi li vuole estinguere” e “Allevamenti in montagna = tutela dell’ambiente”.
“Nel 2015 in tutta Italia hanno chiuso già mille stalle e la situazione continua a peggiorare: alla multinazionale francese Lactalis, diventata il primo gruppo del settore con l’acquisizione  dei grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli, che sottopaga il latte italiano si aggiungono le importazioni dall’estero che stanno creando effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti”, ha dichiarato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte.  
“Chiediamo un intervento dell’Antitrust poiché i prezzi praticati dagli intermediari della filiera del latte fresco sono iniqui e gli allevatori stanno subendo un’autentica mortificazione con un prezzo che non compensa neanche i costi di produzione – ha spiegato Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte - Esiste un evidente squilibrio contrattuale tra le parti a vantaggio dei trasformatori e della grande distribuzione a danno di produttori e consumatori”.
Il comparto lattiero della nostra regione significa 390 milioni di produzione lorda vendibile e 8000 posti di lavoro. De Concilio ha poi proseguito: “Gli allevatori piemontesi chiedono un adeguamento della remunerazione del proprio prodotto in esecuzione della legge 91 del luglio 2015 secondo la quale il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione che variano da 38 a 41 centesimi al litro. Ciò significa un incremento di circa il 20 per cento dei prezzi riconosciuti all’allevatore rispetto a quelli attualmente praticati”.
Parlando dal palco allestito presso il presidio ad Ospedaletto Lodigiano il direttore di Coldiretti Piemonte ha così concluso: “Se davvero anche l'industria di trasformazione vuole valorizzare le nostre produzioni, potrebbe evitare di remare contro l'origine obbligatoria in etichetta anche per il latte UHT e per tutte le produzioni lattiero-casearie”.

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