Il succo d'arancia contenuto nelle bevande analcoliche passa dal 12% al 20%. E' entrato in vigore, infatti, il provvedimento nazionale che aumenta la percentuale di succo d'arancia nelle bevande analcoliche prodotte in Italia e vendute con il nome dell'arancia a succo o recanti denominazioni che richiamano tale agrume.
"Sicuramente un risultato che va incontro alle richieste dei consumatori che sono sempre più attenti alla salute e al benessere personale, anche e soprattutto dei più piccoli - sostengono Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Un segnale di questa tendenza è la diminuzione dei bambini italiani che bevono bevande gassate passati dal 48% del 2010 al 36% attuale. Non basta, però: occorre l’etichettatura obbligatoria per i trasformati della frutta al fine di contrastare le importazioni selvagge. C’è una vera invasione dall’estero, infatti, con un fiume di 200 milioni di chili di succo di arancia straniero che valica le frontiere e finisce nelle bevande all’insaputa dei consumatori perché in etichetta attualmente viene segnalato solo il luogo di confezionamento. Con l’etichettatura d’origine i trasformati, dalle confetture ai succhi, della frutta Made in Piemonte verrebbero ulteriormente valorizzati e si darebbe ai consumatori la garanzia di quanto stanno acquistando”.   
Il comparto frutticolo piemontese ha numeri importanti per quanto riguarda le pesche conta 3.474 aziende, una produzione di quasi 2 milioni di quintali e una superficie di 4.416 ettari, per i kiwi quasi 2.500 aziende, una produzione di 1,2 milioni di quintali e una superficie di oltre 4.500 ettari, per le mele quasi 4 mila aziende, una produzione di 2,4 milioni di quintali ed una superficie di 6 mila ettari.