18 Dicembre 2018
COLDIRETTI PIEMONTE: BENE ETICHETTATURA MA IL PANE DI FILIERA MADE IN PIEMONTE FAREBBE LA DIFFERENZA

Arrivano le nuove norme per distinguere in etichetta il pane fresco da quello "Conservato o a durabilità prolungata" con specifiche prescrizioni in merito alla denominazione e alla modalità di esposizione in vendita di quest'ultimo. Lo rende noto la Coldiretti in riferimento all'entrata in vigore il 19 dicembre 2018 del Decreto 1° ottobre 2018, n. 131 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 19 novembre.
il pane che ha subito processi di surgelazione e congelamento che contiene additivi chimici e conservanti non potrà essere venduto per fresco e dovrà obbligatoriamente avere un etichetta con la scritta "conservato" o a durabilità prolungata. Potrà quindi ora essere denominato "pane fresco" solo il pane preparato secondo un processo di lavorazione continua, privo di interruzioni finalizzate al congelamento o surgelazione, ad eccezione del rallentamento del processo di lievitazione, privo di additivi conservanti e di altri trattamenti  aventi effetto conservante. Per "processo privo di preparazione continuo" si intende un processo per il quale, dall'inizio della lavorazione alla messa in vendita al consumatore, non trascorrano più di 72 ore.
La produzione di frumento tenero piemontese conta numeri importanti: una superficie di oltre 84 mila ettari nell'ultimo anno. tra le province spiccano sicuramente Alessandria con oltre 34 mila ettari di superficie e più di 2 milioni di quintali di produzione, Torino con 19.500 ettari e più di 1 milione di quintali e Cuneo con 17 mila ettari e 934 quintali.
"Sicuramente un provvedimento utile per regolamentare in modo più chiaro la panificazione, ma è ancora assente in etichetta il paese di origine del grano contenuto nelle farine utilizzate - commentano Roberto Moncalvo  presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa    Delegato Confederale -. Solo una etichettatura trasparente può consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli e alle imprese di far emergere il valore distintivo dei prodotti agricoli. Per questo i panificatori piemontesi dovrebbero capire che un pane di filiera, prodotto con grano tracciabile e dei nostri territori, può fare la differenza. Abbiamo proposto, insieme alla rete dei Consorzi Agrari, un progetto per cui abbiamo già presentato il disciplinare in Regione, ma adesso occorre stingere i tempi per partire concretamente facendo sinergia fra i mulini ed i panificatori che in Piemonte sono oltre 2500. Oltretutto, in questo modo possiamo invertire in trend negativo che vede dimezzato negli ultimi 10 anni il consumo di pane".                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

 

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