Consentire lo sblocco delle riserve vendemmiali di Brachetto. E’ quanto chiede Coldiretti Piemonte alla Regione per evitare di non poter soddisfare le richieste di Brachetto d’Acqui DOCG o Piemonte Brachetto DOC.
In Piemonte il Brachetto d’Acqui, coltivato su circa mille ettari e di cui si producono oltre 5 milioni di bottiglie, nasce sulle colline dell’Alto Monferrato, un’area vocata e variegata dove il vitigno aromatico si esprime al meglio sin dall’antichità.
“Auspichiamo che la Regione non voglia veramente ritirare la delibera che darebbe il via a svincolare le partite stoccate presso le cantine – commenta Marco Reggio presidente di Coldiretti Asti con delega regionale al settore vitivinicolo –. Consentire di utilizzare la riserva vendemmiale è un’operazione vantaggiosa per l’intero sistema ed evita di screditare un prodotto che verrebbe imbottigliato e ceduto senza la DOCG e DOC”.
“Stiamo parlando di un prodotto di elevata qualità che identifica un territorio ricco di storia- spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale – e che, quindi, va tutelato evitando di creare flussi paralleli concorrenziali. E’ necessario, dunque, che la Regione trovi le misure adatte per consentire lo svincolo vendemmiale e non mettere in ulteriore difficoltà le imprese che stanno già vivendo un momento particolarmente difficile, causato dalla pandemia, con la chiusura del settore Ho.Re.Ca. e lo stop ai brindisi per le festività natalizie”.
