15 Febbraio 2010
COLDIRETTI PIEMONTE CHIEDE ALLA REGIONE ED AI PARLAMENTARI UNA SEMPLIFICAZIONE DELLA NORMATIVA VITIVINICOLA

Torna di grande attualità la legge 164/92 che in questi giorni vede il mondo della vitivinicoltura italiana al lavoro per una modifica della legge che tenga conto delle specificità del mercato italiano dei vini con le Doc, le Docg, i Consorzi di tutela, i produttori e i trasformatori.
Coldiretti Piemonte con una nota sottoscritta dal presidente Paolo Rovellotti e dal direttore Bruno Rivarossa, ha chiesto alla Regione Piemonte,  di proseguire nell’impegno di modifica della legge 164/92 tenendo conto dell’importanza che riveste il settore vitivinicolo nella regione subalpina. La stessa comunicazione è stata anche inviata ai Parlamentari piemontesi.
“La legge delega comunitaria del 7 luglio 2009 che ha stabilito i termini e le modalità di conferimento della delega al Governo per il recepimento e le integrazioni tra la recente OCM vino e la normativa nazionale, rappresenta, secondo Rovellotti e Rivarossa, una straordinaria occasione per mettere mano al complesso delle disposizioni nazionali anche non strettamente connesse con la legge sulle denominazioni”.
“In considerazione di questo e in coerenza con i principi e criteri direttivi fissati nella delega stessa, si ritiene indispensabile rivedere più parti della normativa vitivinicola nazionale – dalla Legge 164/92 alla Legge 82/06 al DLgs 260/00 agli  innumerevoli decreti applicativi, aggiunge Maurizio Soave, Presidente di Coldiretti Asti e membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo. L’obiettivo è fare chiarezza, mettere in coerenza le norme e semplificare la vita delle imprese vitivinicole”.
Secondo Coldiretti Piemonte, in media un’impresa vitivinicola occupa almeno 2 ore al giorno per adempiere ai vari obblighi di legge connessi alla conduzione dei vigneti, alla produzione del vino a alla sua commercializzazione. La burocrazia incide per oltre il 20% del tempo lavoro dedicato all’azienda, equivalente a circa 100 giornate all’anno per adempimenti spesso formali e non sostanziali.
Fondamentale, insistono i dirigenti dell’Organizzazione agricola piemontese, è armonizzare e coordinare l’operato dei vari soggetti pubblici e non che a vario titolo hanno a che fare con la produzione del vino (per citare solo i principali: Comuni, Province, Regioni,  Agea, Organismi Pagatori Regionali, ICQ, Dogane, GdF,CFS, NAS, ASL, ARPA, Camere di Commercio, organismi di controllo, consorzi di tutela).
La semplificazione, stante a quanto riportato nella nota inviata alla Regione Piemonte,  dovrà essere basata sui seguenti elementi essenziali. La condivisione di un unico contenitore informatico, individuato nel fascicolo aziendale agricolo costituito ai sensi del DPR n. 503/99, all’interno del quale ogni produttore dichiara, comunica o richiede quanto previsto dalle varie disposizioni normative. La possibilità a favore del produttore di autocertificare sotto la propria responsabilità alcuni dati ma anche, in caso di dubbio, l’opportunità di richiederne una verifica preventiva all’amministrazione o soggetto competente. La disponibilità di dati aggiornati e certificati in tempo reale a favore di tutti i soggetti che ne hanno titolo. La non duplicazione delle attività e dei controlli a vantaggio dei produttori e della pubblica amministrazione.
Per Coldiretti diventa fondamentale riportare al centro della normativa il vigneto ed il suo conduttore, mantenendo inalterata l’attuale piramide qualitativa cercando di differenziare le condizioni per ottenere o modificare le denominazioni di origine, i disciplinari di produzione ed i controlli. Il settore, secondo Coldiretti, necessita di una forte spinta competitiva che arriva da una reale semplificazione degli adempimenti burocratici connessi alla produzione. Particolare importanza riveste anche il tema dei controlli. Con l’ausilio dell’informatica occorrerà rivedere il piano dei controlli ed il sistema di certificazione. Ogni soggetto della filiera dovrà poter scegliere il proprio titolare del nuovo piano dei controlli tra i soggetti autorizzati dal Ministero, così come necessitano di una profonda rivisitazione i consorzi di tutela per evitare che gli stessi effettuino attività di controllo in duplicazione rispetto a quelle svolte dal nuovo titolare del piano dei controlli. In buona sostanza il consorzio di tutela potrà sicuramente fare attività di tutela, promozione e valorizzazione della denominazione, ma dovrà rivolgere la sua attività di controllo alla fase della commercializzazione. Inoltre, secondo Coldiretti Piemonte la rappresentanza dei viticoltori negli organi sociali dovrà necessariamente avere un peso maggioritario.
In tema di sanzioni, la Coldiretti condivide l’approccio emerso dalle varie proposte. È necessario distinguere chiaramente tra le irregolarità formali e sanabili, che molto spesso sono determinate da una normativa poco chiara o contraddittoria, dai casi di frode e sofisticazione.

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