18 Giugno 2022
Coldiretti Piemonte – Coavip: riparte attività del consorzio avicolo

Fondamentale collaborazione tra allevatori per fronteggiare momento critico con impennata costi materie prime

L’aumento dei costi energetici e delle materie prime, spinto dalla guerra in Ucraina, ha determinato l’impennata dei costi di produzione per l’insieme delle aziende agricole che supera, a livello nazionale, i 9 miliardi di euro. In particolare, pesano sugli allevatori di galline ovaiole gli aumenti fino al 35% per l’etichettatura, al 45% per il cartone fino ad arrivare al 70% per la plastica e al 90% per i mangimi. E’ quanto fa notare Coldiretti Piemonte a seguito dell’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Fossano con il COAVIP, il Consorzio Avicolo Piemontese, rivolto proprio agli allevatori di galline ovaiole.

Nato 16 anni fa, nel 2006, su iniziativa di alcuni allevatori e operatori della filiera avicola, il COAVIP  ha l’intento di promuovere le produzioni avicole regionali, sia di carne che di uova , e di rappresentare  la filiera produttiva al cospetto delle Istituzioni locali.

“Bene la volontà di far ripartire l’attività del COAVIP affinché riprenda il suo ruolo e si renda promotore di tutte le iniziative necessarie a sostegno della filiera avicola piemontese – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Come è emerso durante l’incontro, è fondamentale creare una maggiore collaborazione tra gli allevatori  per superare il difficile momento attuale e definire nuove iniziative con l’obiettivo di avere una sempre una più ampia partecipazione”.

Gli allevamenti avicoli in Piemonte sono oltre 300 per una produzione di 900 milioni di uova all’anno ed è il nord Italia a fornirne la maggior parte delle uova presenti sul mercato con il Piemonte che è la quarta regione per produzione con circa 100 aziende addette che con alta professionalità soddisfano il rapporto interno produzione/consumo.

“Le uova, oltretutto, godono a livello comunitario di un sistema di etichettatura all’avanguardia: tramite la stampigliatura sul guscio, sono state tra i primi alimenti ad avere la tracciabilità grazie al sistema che consente di risalire, ad esempio, al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all'aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie) e allo Stato in cui sono state deposte (es. IT). Un metodo – concludono Moncalvo e Rivarossa - che dà ulteriore garanzia ai consumatori che cercano sempre di più la tracciabilità di ciò che acquistano e portano in tavola".

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