Continua la mobilitazione degli agricoltori che già dalle prime ore del mattino hanno affollato la frontiera del Brennero, tra Italia e Austria, con trattori, manifesti e bandiere.
Coldiretti Piemonte non ha abbandonato il presidio, anzi è presente per il secondo giorno con i suoi allevatori provenienti dalle varie province: da Torino a Cuneo, da Alessandria ad Asti, da Novara-Verbano Cusio Ossola a Vercelli-Biella. Presenti il presidente ed il direttore regionali Delia Revelli ed Antonio De Concilio, oltre ai direttori, i presidenti ed i dirigenti delle varie province piemontesi.
Arrivati anche il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, reduce dal Consiglio dei Ministri dell’agricoltura a Bruxelles dove sono state varate importanti misure di sostegno all’agricoltura, ed il Presidente Nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo.
“Come stiamo vedendo qui al Brennero, fermando i camion che vanno verso l’Italia, c’è un flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere e che vengono poi spacciati come Made in Italy. Questo va a gravare sulla nostra economia provocando l’abbandono delle campagne con conseguenze devastanti sull’occupazione, senza dimenticare che tale sistema inganna i consumatori italiani e mette a rischio la sicurezza alimentare”, ha affermato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte.
Aperte, con l’aiuto delle Forze dell’Ordine, cisterne di latte provenienti dalla Germania e dirette ad una grande multinazionale straniera che opera in Italia, scovati camion frigo dalla Lituania e dall’Austria con carote e cavolfiori destinati a Catania, oltre a tonnellate di patate, pasta fresca, yogurt destinato a Verona ed anche piante e fiori per la riviera ligure. Tutti questi prodotti sull’etichetta riportano il tricolore, ma non sono chiari i dati di provenienza e molte volte sono contenuti in sacchi anonimi pronti ad essere marchiati come Made in Italy.
“Trovati su un camion frigo 10 mila kg di burro destinato ad aziende piemontesi: un’assurdità che mortifica le produzioni dei nostri allevatori che non riescono a recuperare dagli attuali prezzi di mercato i costi del loro lavoro – ha spiegato Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte - Continuiamo a batterci per l'obbligo di indicazione dell'origine in etichetta che non è solo un aiuto al settore agroalimentare italiano, indebolito dall'assenza di regole, ma anche una risposta etica per mettere i consumatori nelle condizioni di sapere cosa acquistano".
8 Settembre 2015
COLDIRETTI PIEMONTE: CONTINUA LA PROTESTA AL BRENNERO PER FERMARE IL FINTO MADE IN ITALY