10 Febbraio 2020
Coldiretti Piemonte – coronavirus: l’export del made in Piemonte non deve farne le spese

Accelerare negoziato per export frutta fresca

Dalle mele alle pere fino alle carni bovine e al riso, le frontiere cinesi sono chiuse a molti prodotti del Made in Italy perchè il gigante asiatico frappone ostacoli per motivi sanitari e chiede assicurazioni sulla assenza di patogeni (insetti o malattie) non presenti sul proprio territorio con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento alla richiesta delle Autorità cinesi di riaprire alcuni collegamenti aerei tra Italia e Cina bloccati con l’emergenza coronavirus.

Al momento per quanto riguarda la frutta fresca l’Italia può esportare in Cina solo kiwi e agrumi mentre sono ancora bloccate le pere, oggetto di uno specifico negoziato solo al termine del quale si inizierà a discutere della possibile apertura alle mele visto che la Cina affronta un solo dossier alla volta.

L’aspetto paradossale è che mentre i prodotti italiani sono bloccati, la Cina può esportare pere e mele nella Penisola dove si è verificata una vera invasione di pericolosi insetti alieni dannosi alle coltivazioni arrivati, più o meno direttamente, dal gigante asiatico.

“Certo questi rallentamenti dovuti all’emergenza sanitaria non favoriscono l’export del Made in Piemonte, in particolare del vino per cui proprio dal mercato orientale stavano arrivando segnali positivi con una crescita, negli ultimi anni, del 75% in Cina e del 15% in Giappone – raccontano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Il coronavirus ha rallentato la firma del protocollo d’intesa per autorizzare l’esportazione del riso italiano da risotto dopo la richiesta di approfondite informazioni da parte del governo di Pechino su quantità, superfici investite a riso in Italia, volumi importati ed esportati e una scheda sui trattamenti: altro prodotto simbolo delle eccellenze piemontesi. In generale, bisogna superare gli ostacoli tecnici alle esportazioni agroalimentari Made in Italy per riequilibrare i rapporti commerciali nell’agroalimentare con le importazioni dalla Cina. L’emergenza coronavirus sugli scambi internazionali non deve fermare il lavoro sui protocolli per l’esportazione di prodotti piemontesi in Cina che deve essere al contrario velocizzato ed esteso. In particolare sulla frutta fresca, come mele e pere, siamo in attesa già di conoscere il verdetto del negoziato che è in atto già da tempo. Serve una iniziativa dell'Unione Europea – concludono Moncalvo e Rivarossa - per fare in modo che l'autorizzazione all'ingresso in Cina ottenuta per un prodotto da un Paese membro dell'Unione valga per tutti i componenti”.

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