Con l’emergenza Covid e la frenata del commercio internazionale sale il rischio di falsi Made in Italy sulle tavole straniere che hanno raggiunto l’astronomica cifra di 100 miliardi di euro sottraendo risorse e opportunità di lavoro all’Italia. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel sottolineare l’importanza di continuare l’azione di contrasto anche nella legge di bilancio.
Per colpa del cosiddetto "Italian Sounding" nel mondo più due prodotti agroalimentari Made in Italy su tre sono falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese.
Tra i prodotti compaiono anche le eccellenze Made in Piemonte: dal Gorgonzola al vino come il Nebbiolo fino al Barolo di cui si possono addirittura trovare kit per l’auto produzione.
“Serve – affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale - una efficace azione di contrasto a livello internazionale ma anche un maggiore impegno nei negoziati di libero scambio dell’Unione Europea per tutelare il Made in Italy. La pretesa di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi è inaccettabile e rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti dei nostri imprenditori, impegnati profondamente nella salvaguardia del territorio e nella valorizzazione delle grandi eccellenze locali.
L’Italia e l’Unione Europea hanno il dovere di difendere i prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove, realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione e sotto un rigido sistema di controllo. Non dimentichiamoci che, tra le iniziative realizzate per contrastare i fenomeni della contraffazione e delle frodi nel settore agroalimentare, Coldiretti ha fornito un contributo decisivo nella raccolta di 1,1 milioni di firme tra i cittadini europei per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti nell’ambito della petizione europea “Eat original! Unmask your food”.