Il cibo come strumento di pace e democrazia. E’ la necessità che emerge a fronte della crisi globale e delle tensioni internazionali per cui dai mercati contadini spicca una nuova “geopolitica del cibo”, capace di tutelare la dignità degli agricoltori e garantire stabilità sociale. E’ quanto sottolinea Coldiretti Piemonte a seguito dell’assemblea della World Farmers Markets Coalition, tenutasi a Roma. Il modello promosso dalla World Farmers Markets Coalition dimostra come la rete dei mercati contadini possa contrastare le logiche delle grandi multinazionali, ridurre la dipendenza da monoculture e OGM e contribuire a combattere fame e povertà nei Paesi più fragili, come ricordato dal segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo.
“I mercati degli agricoltori non sono solo luoghi di commercio, ma piattaforme democratiche dove il valore del cibo locale, pulito e giusto si trasforma in uno strumento concreto di cooperazione internazionale - spiegano Cristina Brizzolari e Bruno Rivarossa, Presidente e Delegato confederale di Coldiretti Piemonte -. Attraverso questi mercati migliaia di contadini in tutto il mondo riescono a restare presenti sul mercato, preservando tradizioni agricole e creando un futuro sostenibile per le comunità locali. Garantire a ogni comunità l’accesso a un cibo giusto e locale significa promuovere la pace. In Piemonte la rete di Campagna Amica, che conta circa 800 aziende agricole che fanno vendita diretta, 300 agriturismi, 250 fattorie didattiche, un centinaio di mercati, 3 mercati coperti, 30 cuochi contadini e 25 maestri dell’ospitalità contadina, oltre 40 sigilli e 600 pratiche di agricoltura sociale, incarna proprio questo modello”.
