22 Aprile 2015
COLDIRETTI PIEMONTE: DALL’EARTH DAY NUOVA ATTENZIONE PER I NOSTRI TERRITORI

L’82 per cento dei comuni italiani hanno parte del territorio a rischio frane ed alluvioni a causa del consumo di suolo agricolo che, con la cementificazione, ha ridotto la capacità idrica dei terreni e, negli ultimi 25 anni, l’Italia ha perso il 28 per cento delle campagne.
Da questi dati, diffusi da Coldiretti in occasione dell’Earth Day, emerge quanto la cementificazione e l’abbandono, provocati da un modello di sviluppo sbagliato, abbiano influito negativamente su tutto il territorio italiano.
In questo panorama di criticità nazionale si inserisce anche la regione Piemonte in cui oltre 3 mila chilometri quadrati di superficie è soggetta a dissesto idrogeologico e si contano 1.580 chilometri quadrati di aree a rischio alluvioni e 1.520 chilometri quadrati  di zone franabili. Su questo territorio insistono 400 mila abitanti, per cui un piemontese su dieci vive in zona critiche.
“Il fenomeno del rischio idrogeologico è andato crescendo, anche a causa degli insediamenti urbani sconsiderati. E’ necessario, dunque, difendere il nostro patrimonio agricolo che va sempre più presidiato e non lasciato all’incuria ed alla cementificazione selvaggia”, sostiene Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte.  
Dal 1920 ad oggi, infatti, si sono persi 12 milioni di terreni agricoli, di cui sei urbanizzati ed altrettanti sono stati occupati da boschi non gestiti. Dal ’63 ad oggi, in Piemonte, si sono verificati 65 eventi alluvionali.
“Ci vuole un adeguato riconoscimento dell’attività agricola utile a proteggere sia il suolo sia le aziende che su di esso trovano sede. Alla luce della chiusura di 60 aziende al giorno, a livello nazionale, dall’inizio della crisi nel 2007, Coldiretti Piemonte sostiene la semplificazione burocratica nell’interesse delle imprese agricole affinché esse possano continuare a presidiare il nostro territorio”, conclude Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte.

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