“No alla legge contro la canapa! Non cancellate il nostro futuro”. E’ il grido d’allarme lanciato dai produttori di canapa italiani, riuniti a Roma con Coldiretti, Filiera Italia e ICI – Imprenditori Canapa Italia, che questa mattina hanno incontrato Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura del Senato, alla presenza del presidente di Coldiretti Ettore Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo. Presente una delegazione di Coldiretti Piemonte per dimostrare con i fatti l’insensatezza della norma prevista dal Ddl Sicurezza che minaccia la sopravvivenza delle aziende. Il decreto, nella sua formulazione attuale, rischia infatti di azzerare immotivatamente una filiera che vale mezzo miliardo di euro, con tremila aziende agricole e trentamila posti di lavoro e un peso rilevante sull’innovazione green e sul rilancio delle zone interne.
Al termine dell’incontro De Carlo ha dichiarato la propria disponibilità ad aprire un tavolo con Coldiretti e Ici per analizzare dal punto di vista tecnico la questione, trovando un punto di caduta che consenta agli agricoltori italiani di continuare a fare la propria attività e al Governo di impedire che qualcuno strumentalizzi il lavoro straordinario di migliaia di giovani per aggirare le leggi dello stato e quelle europee.
Il Piemonte annovera circa 150 aziende per una superficie coltivata di 198,33 ettari.
“Serve lungimiranza per dare continuità alle imprese agricole che coltivano canapa, continuando sulle indicazioni chiare del passato e creare le condizioni perché vengano rispettate le normative europee – commentano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Non possiamo permetterci di cancellare i sogni e gli investimenti di tanti giovani che su questo settore hanno scommesso il proprio futuro, costringendoli a chiudere le attività. Bocciare l’uso delle infiorescenze va di fatto ad equiparare la canapa a una sostanza illegale, nonostante l’assenza di effetti psicotropi e stupefacenti. Non a caso, oggi non è reato coltivare e lavorare le inflorescenze della canapa, trasportarle e commercializzarle, né usarle per produrre estratti e oli. Considerato che proprio la lavorazione delle infiorescenze rappresenta poi la parte più consistente del reddito dei produttori di canapa, vietarne l’utilizzo significa cancellare definitivamente anche tutti gli altri usi in una filiera già importante per l’agricoltura italiana ma dalle incredibili potenzialità. Con il paradosso che nel nostro Paese sarebbe invece permessa la vendita degli stessi prodotti provenienti dall’estero. Coldiretti, Filiera Italia e ICI – Imprenditori Canapa Italia - si appellano, dunque, al Governo e al Parlamento affinché ritirino l’articolo 18 per discuterne in maniera puntuale in un tavolo aperto alle rappresentanze del settore, ad oggi mai consultate al riguardo”.