25 Gennaio 2016
COLDIRETTI PIEMONTE: DIFENDERE LE DENOMINAZIONI DEI VINI D’ECCELLENZA DEL NOSTRO TERRITORIO

A rischio i vini Made in Italy, che valgono 3 miliardi, se la Commissione Europea consentirà anche ai vini stranieri di riportare in etichetta i nomi quali Aglianico, Brachetto, Cortese, Primitivo, Falanghina e tanti altri. Se il processo di revisione delle norme che disciplinano l’etichettatura dei vini previste dal regolamento CE n. 607/2009 arrivasse a compimento, a farne le spese potrebbe essere anche la Barbera piemontese.
“Non è ammissibile consentire l’uso di denominazioni senza un riferimento geografico, basate solo sul nome del vitigno. Verrebbe a perdersi la storia e la tradizione che legano il vino al territorio da cui deriva – ha sostenuto Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – Un furto all’Italia quello che, nella fase di preparazione della proposta di modifica del regolamento, la Direzione Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea ha ipotizzato liberalizzando l’uso dei nomi delle varietà nell’etichettatura dei vini”. 
Il comparto vitivinicolo piemontese ha numeri importanti: detiene una superficie vitata di 43 mila ettari e nel 2015 ha registrato una performance da record con una P.L.V. di 159 milioni di euro, pari al +29 per cento rispetto allo scorso anno. Voce importante è quella dell’export: il solo mercato statunitense assorbe il 35 per cento della produzione Made in Piemonte.
L’Italia nel 2015 ha sorpassato la Francia ed è diventata il primo produttore mondiale di vino con una produzione di 48,9 milioni di ettolitri, secondo l’analisi di Coldiretti sulla base dei dati della Commissione Europea.
“Non possiamo permettere una banalizzazione delle nostre denominazioni conosciute all’estero grazie al lavoro dei vitivinicoltori italiani – ha affermato Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte – Ci battiamo, dunque, affinché siano tutelate e valorizzate le peculiarità territoriali grazie alle quali il vino piemontese è apprezzato e riconosciuto oltre i confini nazionali”.    

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