28 Febbraio 2018
COLDIRETTI PIEMONTE: DOPO POMODORO ADESSO OCCORRE ETICHETTATURA TRASFORMATI DELLA FRUTTA MADE IN PIEMONTE

 Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 47 è entrata in vigore l'etichettatura di origine obbligatoria che salva prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati di pomodoro e mette fine all'inganno di quanto importato e spacciato per Made in Italy. Un passo determinante per tutelare un patrimonio di oltre 5 miliardi di chili di pomodoro italiano che rappresenta una componente fondamentale della dieta mediterranea, come richiesto dall'82% dei consumatori nella consultazione on line dell' indicazione di origine obbligatorie degli alimenti.
"Dopo 10 anni, si completa per tutti i derivati del pomodoro il percorso di trasparenza iniziato il primo gennaio 2008 con l'entrata in vigore definitiva dell'obbligo di etichettatura di origine per la sola passata di pomodoro - sottolineano Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. Ora, però, occorre l’etichettatura d’origine per il resto dei cibi che ancora restano anonimi: due prosciutti su tre venduti oggi in Italia provengono da maiali allevati all’estero senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta, come avviene anche per il fiume di 200 milioni di chili di succo di arancia straniero che valica le frontiere e finisce nelle bevande all’insaputa dei consumatori perché in etichetta viene segnalato solo il luogo di confezionamento. Un problema che riguarda anche la frutta Made in Piemonte che viene trasformata: dalle confetture alle conserve”.
Il Piemonte per quanto riguarda le pesche conta 3.474 aziende, una produzione di quasi 2 milioni di quintali e una superficie di 4.416 ettari, per i kiwi quasi 2.500 aziende, una produzione di 1,2 milioni di quintali e una superficie di oltre 4.500 ettari, per le mele quasi 4 mila aziende, una produzione di 2,4 milioni di quintali ed una superficie di 6 mila ettari.
“La frutta trasformata, dai succhi alla purea, è un ottimo alimento per i bambini perché conserva tutte le proprietà nutritive: ad esempio da 100 kg di mele si ottengono 90 kg di purea. Occorre, però, che si arrivi a dare nome e cognome alle produzioni al fine di offrire ai consumatori una maggior garanzia. Per questo continuiamo la battaglia verso la trasparenza affinché al più presto arrivi l’etichettatura obbligatoria d’origine anche per i trasformati della frutta”, concludono Cabiale e Rivarossa. 
Di fronte all'atteggiamento incerto e contradditorio dell'Unione Europea, Coldiretti insieme alla Fondazione Campagna Amica ha avviato la raccolta firme sulla petizione #stopcibofalso per chiedere al Parlamento Europeo che i consumatori abbiamo la possibilità di conoscere da dove arriva il cibo che portano in tavola. L'obiettivo è dare la possibilità di conoscere da dove arriva il cibo che portano in tavola. L'obiettivo è dare la possibilità di conoscere da dove arriva il cibo che portano in tavola. L'obiettivo è dare la possibilità  a livello europeo di estendere l'obbligo di indicare l'origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l'Italia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania e Romania, ha già adottato decreti nazionale per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso.

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