Importante riunione della Consulta vitivinicola piemontese
Spumanti tarocchi, “vino” dealcolato e fondi per la ricerca. Questi e molti altri sono stati gli argomenti della Consulta vitivinicola piemontese che, riunitasi a Torino, ha visto la partecipazione di Domenico Bosco, responsabile Ufficio Vitivinicolo nazionale di Coldiretti.
“Abbiamo, fin da subito, posto l’accento sulle produzioni di bevande che niente hanno a che fare con i nostri spumanti, ma che vengono vendute, soprattutto in America, con nomi che richiamo i nostri territori e vitigni , ma anche con lo stesso formato di bottiglie e packaging, pur trattandosi di bevande tipo spumanti aromatizzati con l’aggiunta di aromi, edulcoranti, coloranti e CO2 artificiale e alcool, sostanze notoriamente vietate nei vini, che conferiscono gusti fruttati, ma che sono ben lontani dalle eccellenze dei vini spumantizzati dai nostri viticoltori piemontesi – ha evidenziato Monica Monticone, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore vitivinicolo -. Nel corso della riunione un passaggio importante è stato fatto anche sui vini dealcolati, richiesti sicuramente da una nicchia di mercato, ma che non andrebbero chiamati «vini» poiché il processo produttivo è palesemente diverso rispetto al secolare processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino”.
“E’ importante anche investire nelle nuove tecnologie per digitalizzare il comparto, aprendo a nuove posizioni lavorative come i dronisti, capaci di pilotare i droni, decisamente utili nei vigneti. Come anche, è necessario che il Ministero concentri le risorse sulle tecnologie di evoluzione assistita (Tea) che offrono nuove prospettive per far fronte ai cambiamenti climatici – spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Il vino rappresenta un patrimonio del Made in Italy anche dal punto di vista occupazionale, l’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – concludono Brizzolari e Rivarossa – è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, con 4500 ettari coltivati a biologico in Piemonte, le politiche di marketing ed il rapporto sempre più diretto con i consumatori attraverso l’enoturismo che è diventata una pratica sempre più diffusa grazie agli imprenditori che aprono ai visitatori le loro cantine e le loro aziende per far conoscere direttamente tutta la filiera, dalla vigna alla bottiglia, garantendo così di acquistare ed assaggiare un prodotto veramente tracciabile”.
