21 Maggio 2021
Coldiretti Piemonte – Fauna selvatica: con situazione fuori controllo mettere in campo azioni straordinarie

Abbiamo presentato alla riunione con i Prefetti del Piemonte una serie di priorità da attuare urgentemente

“Vista la situazione ormai non più rimandabile ed insostenibile su tutto il territorio regionale, è necessario attivare tutte le possibili tipologie di intervento, anche di livello straordinario, che possano permettere di ridurre in modo significativo la presenza della fauna selvatica. I numeri parlano chiaro: occorre potenziare la caccia di selezione e le azioni di contenimento, riconducibili ai piani definiti a livello provinciale, così da permettere un’efficace e sinergica azione di intervento. Il livello di criticità raggiunto richiede altresì l’estensione del periodo in cui è possibile esercitare la caccia programmata, superando le rigidità normative”, è quanto affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale in seguito all’incontro che si è tenuto con i Prefetti del Piemonte, la Regione, il presidente dell’ISPRA, i rappresentanti delle diverse Amministrazioni provinciali e l’ANCI vista la drammaticità della problematica che riguarda la fauna selvatica in termini ambientali, sanitari e di incolumità pubblica.

“Dopo il recepimento, da parte delle Regione, della sentenza della Corte Costituzionale n.21 del 14 gennaio 202, ora serve una regia chiara a livello regionale, affinché gli enti provinciali agiscano concretamente, attivando i percorsi formativi per i cacciatori ed adeguando i piani di contenimento per incrementare il numero dei soggetti che possono essere coinvolti, anche attraverso il superamento regionale del blocco delle assunzioni di guardie in servizio presso le Province e le Città Metropolitane. Indispensabile è che tutti gli enti ed attori presenti sul territorio adottino gli atti e i provvedimenti, anche di carattere straordinario, volti a superare una condizione che sta assumendo una dimensione di elevato rischio e minaccia per la stessa incolumità e salute pubblica. Per questo motivo auspichiamo un coinvolgimento diretto anche dei sindaci attraverso l’emanazione di ordinanze ai sensi dell’art.54 del decreto legislativo n. 267/2000. Altro punto fondamentale – continuano Moncalvo e Rivarossa -, vista ormai la situazione di saturazione in cui siamo, è quello di fornire, da parte dei soggetti preposti quali Province e Città Metropolitane, Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), Comprensori Alpini (CA) ed Enti Parco,  un puntuale e settimanale aggiornamento rispetto ai risultati raggiunti, ovvero al numero di capi abbattuti.  Ricordiamo che ridurre la popolazione dei cinghiali è la priorità rispetto anche alla diffusione del virus della Peste suina africana che rappresenta un elevato rischio per il nostro patrimonio suinicolo e per l’intera filiera collegata. Ci auguriamo, quindi, che questo sia stato un primo tavolo che vedrà poi, in tempi rapidi, una prosecuzione per rendere davvero attuativi gli interventi di cui si è discusso”.

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