5 Aprile 2022
Coldiretti Piemonte – Fruit Logistic: aumenta export ma rincari gravano su comparto frutticolo

Servono accordi di filiera per non lavorare sotto costi di produzione

Guerra in Ucraina e rincari energetici spingono l’aumento dei costi correnti per la produzione della frutta italiana a +51% ma si sale addirittura al 67% per l’ortofloricoltura con un impatto traumatico sulle aziende agricole. Aumenta l’export con quasi 5,6 miliardi di euro (+8%) che nel 2021 ha raggiunto il massimo di sempre raddoppiando i valori registrati al debutto del secolo, ma il risultato è ora messo a rischio dal traumatico aumento dei costi di trasporto con picchi del +35% trainati dal prezzo dei carburanti e dalla carenza di infrastrutture e snodi commerciali in Italia. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Crea in rifermento a Fruit Logistica 2022 di Berlino, la principale fiera internazionale di settore al via da oggi, martedì 5 aprile.

Il comparto ortofrutticolo piemontese numeri importanti con un fatturato complessivo di oltre 500 milioni di euro, una superficie di 18.479 ettari e 7.950 aziende. L’annata 2021, però, in Piemonte è stata fortemente colpita dal maltempo, in particolare dalle gelate e dalla grandine, che ha causato perdite del 70% per albicocche e susine e anche fino al 100% per pesche e kiwi.

“Restano buoni segnali per l’export che, in linea con i dati nazionali, si attesta per la nostra Regione sul +5% per le mele e +2% per i kiwi – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Tra l’ampia gamma varietale che può vantare l’Italia, spicca la Mela Rossa Cuneo Igp, riconoscimento ottenuto a livello comunitario nel 2013. La produzione di mele piemontese, tipica della zona compresa tra Pinerolo e Cuneo coinvolge più di 4 mila aziende ed una superficie di oltre 6 mila ettari ed è un frutto che esportiamo in tutti gli emisferi, dall’Europa, soprattutto in Germania, al nord Africa, dall’America del nord a quella del sud. Per quanto riguarda i kiwi, la moria ha fatto sì che ci sia stato un calo drastico delle superfici destinate alla coltivazione, passate nel giro di pochi anni, dal 2016 a oggi, dagli oltre 4.300 agli attuali 3.700 ettari, ma resta un frutto molto apprezzato all’estero e di ottima qualità. Sicuramente, adesso, a pesare sul comparto sono i rincari di energia, carburante, materie prime, fertilizzanti ed imballaggi arrivati addirittura al +72%. Questo scenario fa sì che le liquidazioni, che devono ancora avvenire per l’annata 2021, saranno fortemente penalizzanti per i nostri produttori, spesso costretti a lavorare sotto costo. Per difendere il nostro patrimonio frutticolo è necessario – proseguono Moncalvo e Rivarossa - intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro. Occorre lavorare ad accordi di filiera con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”.

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