22 Marzo 2024
Coldiretti Piemonte – giornata acqua: serve pianificazione per evitare dispersione risorse idriche

Il 15% dell’intero territorio dell’Unione Europea è in allerta arancione per la siccità e per un altro 1% siamo all’allarme rosso, anche a causa delle temperature record registrate a febbraio nel vecchio continente, superiori di 3,3 gradi rispetto alla media storica 1991-2020 del periodo. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati dell’Osservatorio europeo sulla siccità relativi alla prima decade di marzo diffusi in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua che si celebra il 22 marzo.

Anche quest’ultima stagione invernale piemontese è stata caratterizzata da temperature da record: è stato l’inverno più caldo degli ultimi 65 anni, quasi 3°C oltre la norma climatica 1991-2020. Nelle ultime settimane, tra il 22 febbraio ed il 15 marzo, le piogge si sono fate sentire: è precipitato un quarto dell’acqua (o neve) che solitamente cade in un anno. In questo inizio di primavera 2024 la neve in montagna è abbondante come negli anni migliori e anche la situazione delle risorse idriche superficiali non desta preoccupazioni, con invasi principali, lago Maggiore ed equivalente di neve in acqua al di sopra della media del periodo: in totale circa due terzi in più delle risorse superficiali solitamente stoccate in questo periodo dell’anno (+69%), secondo i dati di Arpa Piemonte.

“Non va abbassata la guardia nel resto della primavera e dell’estate, quando temperature troppo calde potrebbero fare la differenza sullo stato della vegetazione e anche sulla disponibilità idrica nella nostra regione – spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale –. Per questo, le precipitazioni degli ultimi giorni in Piemonte non sono di certo risolutive di una crisi idrica che va avanti ormai da anni anche perché, al netto dell’acqua rimasta sottoforma di neve in alta montagna e di quella assorbita dal terreno che è andata a rimpinguare le falde, buona parte della pioggia è finita nei fiumi e dunque “transitata” verso il mare senza che si sia potuto immagazzinarla in vista dei prossimi mesi. Per questo è improrogabile la realizzazione di una rete diffusa, quindi a basso impatto ambientale, di infrastrutture multifunzionali di trattenuta e accumulo, poiché solo in questo modo riusciremo a garantirci stabilmente in futuro le sempre più preziose riserve idriche, garantendo al contempo una migliore gestione del territorio in termini di prevenzione dai danni alluvionali. Ribadiamo, quindi che, ancora più in questo scenario, serve un coordinamento tra gli enti preposti alla gestione idrica ed è necessario, attraverso un’attenta pianificazione, mettere in atto interventi strutturali per efficientare ed incrementare la capacità complessiva di stoccaggio delle risorse idriche, attraverso l’impiego di fondi strutturali iniziando da quelli stanziati nell’ambito dello Sviluppo rurale”.

 

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