5 Giugno 2024
Coldiretti Piemonte – giornata ambiente: sos degrado e desertificazione

In Piemonte il consumo di suolo complessivo è di circa 175.000 ettari

Oltre un quarto del territorio italiano (28%) è a rischio degrado e desertificazione a causa dei cambiamenti climatici, come dimostrano i 908 eventi estremi che si sono abbattuti sull’Italia nei primi cinque mesi del 2024. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Ispra e Eswd diffusa in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente che si celebra il 5 giugno.

Al caldo anomalo si alternano peraltro violente ondate di maltempo, che nelle ultime settimane hanno colpito il Piemonte, secondo l’analisi Coldiretti su dati Eswd. Degli oltre novecento eventi estremi quasi la metà (417) è rappresentata da nubifragi, ma ci sono state anche 132 grandinate e ben 69 tornado. La grandine ha devastato le coltivazioni agricole, mentre le piogge violente hanno allagato i terreni sommergendo cereali e ortaggi e impedendo le semine.

In Piemonte il consumo di suolo complessivo negli ultimi 5 anni è di circa 175.000 ettari pari quindi al 6,9% della superficie totale regionale che è di 2.540.000 ettari.

“L’agricoltura italiana è l’attività economica che più di tutte le altre – spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale - vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Negli ultimi anni a livello europeo si è alimentata una visione ideologica e irrealistica che metteva in contrapposizione agricoltura e ambiente quando, invece, è proprio la presenza delle aziende agricole a garantire una costante tutela del territorio dai pericoli legati al dissesto come agli incendi. Basti ricordare che il 55% della superficie italiana è gestita e custodita proprio dagli agricoltori, ‘sentinelle’ a disposizione della collettività. E’ essenziale in tale ottica accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia, consentendo ancora una volta al nostro Paese di fare da apripista in Europa, come già accaduto per la carne sintetica e l’etichetta d’origine”.

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