10 Febbraio 2021
Coldiretti Piemonte – giornata legumi : aumentano i consumi ma serve etichettatura d’origine obbligatoria

In Piemonte 1500 ettari coltivata a fagiolo  

I consumi di legumi sono aumentati del 15% con valori che vanno dal +12% per i ceci al +28% per i fagioli che si classificano come i più amati dagli italiani nell’anno del Covid. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Nielsen in occasione della Giornata mondiale dei legumi istituita dall’Organizzazione delle Nazione Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) come un'opportunità per aumentare la consapevolezza dei benefici dei legumi per la salute e per contribuire a sistemi alimentari sostenibili.

A far crescere la domanda di legumi è stata la svolta green nelle scelte di acquisto dei consumatori con la tendenza a mettere nel carrello cibi più salutari ma anche i lockdown che inducono a fare scorte di prodotti alimentari a lunga conservazione e la necessità di contenere i costi domestici con prodotti convenienti di alta qualità nutrizionale.

In Piemonte si producono i fagioli: sono 1.500 gli ettari coltivati a fagiolo e spiccano, soprattutto, il Fagiolo Igp Cuneo di cui, ogni anno, ne vengono certificati circa 150 quintali, e quello di Saluggia che rientra nei PAT, ovvero è un Prodotto Agroalimentare Tradizionale, che viene specialmente impiegato per la preparazione del tipico risotto vercellese: la Panissa. Sul fronte nutrizionale i legumi sono un’ottima fonte di proteine e di fibre alimentari, utili per controllo dei livelli di glucosio e colesterolo nel sangue. Contengono di sali minerali, come ferro, calcio, potassio, fosforo e magnesio, vitamine del gruppo B e, quando sono freschi, anche vitamina C. Dal punto di vista ambientale le piante di legumi hanno un importante ruolo nella difesa della fertilità dei suoli grazie alla loro capacità di fissare l’azoto al terreno, riducendo l’uso di concimi chimici e contribuendo alla difesa delle acque e dell’ambiente.

“Con il boom di richieste, il risultato è che tre piatti di legumi che si consumano in Italia oggi, sono in realtà stranieri, provenienti soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti e il Canada dove vengono fatti seccare con l’utilizzo in pre-raccolta del glifosate secondo modalità vietate sul territorio nazionale – evidenziano  Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale-. All’estero non vengono rispettate le stesse normative che vigono nel nostro Paese in materia di utilizzo di sostanze chimiche, come nel caso del glifosato, ma anche per quanto riguarda le condizioni di lavoro. Occorre assicurare che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute. Come serve anche rivedere il meccanismo degli accordi che favoriscono l’arrivo di prodotti stranieri sulle nostre tavole dove vanno applicati tre principi fondamentali: parità delle condizioni, efficacia dei controlli, reciprocità delle norme. Per questo è necessario  - concludono Moncalvo e Rivarossa -  arrivare ad una chiara indicazione di origine in etichetta che non è ancora obbligatoria per i legumi secchi o per quelli in scatola. Per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy, ai consumatori consigliamo di scegliere i fagioli Made in Piemonte, acquistando presso i mercati di Campagna Amica, diffusi in modo capillare su tutto il territorio, o nei punti vendita aziendali per avere certezza di comprare un prodotto piemontese, genuino e tracciabile”.

 

 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi