14 Marzo 2017
COLDIRETTI PIEMONTE: IN AUMENTO IL BUSINESS DELLE AGROMAFIE ANCHE NEL NORD ITALIA

21,8 miliardi di euro il volume d'affari annuo complessivo dell'agromafia che ha fatto registrare nell'ultimo anno un balzo del 30 per cento. Dati emersi dal quinto rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare.
Tra le 106 province italiane, il nord del Paese entra nei primi posto della classifica, relativa all'intensità dell' agromafia, con Genova e Verona rispettivamente al secondo ed al terzo posto. Il Piemonte occupa con Torino e Cuneo il ventisettesimo ed il ventottesimo scalino fino poi a scendere nella graduatoria con Alessandria al quarantaduesimo e con Asti, Biella, Novara, Verbania e Vercelli che si trovano dal settantacinquesimo al settantanovesimo posto.
 “Come evidenziano i dati, la filiera del cibo, dalla sua produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita, ha tutte le caratteristiche necessarie per attirare l’interesse delle organizzazioni malavitose. L’impennata dei fenomeni criminali, che è avvenuta nel 2016, ha purtroppo colpito anche il settore agricolo piemontese – spiega Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – Ben vengano quindi i controlli effettuati dalle forze dell’ordine che, nell’anno appena passato, sono stati oltre duecentomila in tutta Italia per combattere le agromafie dal campo allo scaffale. Grazie proprio a questi controlli serrati e all’avanguardia, siamo in grado di far venire alla luce casi che in altri Paesi, dentro e fuori l’Ue, non verrebbero smascherati”.
Il Delegato Confederale Bruno Rivarossa ha poi così concluso: “I vari organi preposti per presidiare il territorio svolgono un ruolo anche a difesa della salute dei cittadini, dell’ambiente e del territorio stesso, oltre che del tessuto economico. L’esigenza è quella di fermare i traffici illeciti, stringendo le maglie larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti e di rendere pubblici gli elenchi delle aziende che importano materie prime dall’estero per garantire la meglio l’attività di controllo. E’ necessario, quindi, valutare un decreto d’urgenza riguardo al testo della Commissione Caselli di riforma dei reati agroalimentari per bloccare la rete criminale che, da Nord a Sud, si è infiltrata nelle filiere”. 

 

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