Storico via libera dell'Ue all'innalzamento dal 12% al 20% del contenuto di succo d'arancia nelle bevande analcoliche prodotte in Italia e vendute con il nome dell'arancia a succo o recanti denominazioni che a tale agrume si richiamino.
Più frutta quindi grazie allo stop all'aranciata senza arance a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 24 maggio della Comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui si rende noto che si è perfezionata positivamente la procedura di notifica alla Commissione Europea dell'articolo 17 della legge n. 161 del 2014.
"Un provvedimento che giova alla salute anche dei consumatori piemontesi in quanto alcuni studi hanno evidenziato che una bevanda con il 20% di succo di arancia aiuti a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C raccomandato dalle diverse Accademie scientifiche e la sua assunzione veicola un variegato mix di sostanze fitochimiche che possono incidere positivamente sulle difese del sistema immunitario.
Questo risultato non può che aprire ora la strada all’aumento della quantità di frutta Made in Italy ed in Piemonte nelle bevande – spiegano la presidente di Coldiretti Piemonte Delia Revelli ed il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – Il frutticolo piemontese conta una produzione di circa 7 milioni di quintali con 10 mila aziende produttrici, oltre 60 mila addetti ed un fatturato che, compreso l’indotto, sfiora il miliardo di euro. Tra le principali specie coltivate annovera le mele, i kiwi, le pesche e le susine. Numeri che denotano l’importanza del comparto che, con l’aumento della percentuale di frutta nelle bibite, potrebbe avere importanti benefici economici. Infine – concludono Revelli e Rivarossa - il prossimo passo verso la trasparenza è quello di rendere obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta della frutta utilizzata nelle bevande per impedire di spacciare succhi concentrati importati da Paesi stranieri come Made in Italy”.