8 Ottobre 2014
COLDIRETTI PIEMONTE: L’AUMENTO DELLA QUOTA DI PRODUZIONE PER IL LATTE FAVORISCE LE IMPORTAZIONI A DANNO DEGLI ALLEVATORI

La produzione di latte in Italia, secondo gli ultimi dati diffusi da Agea ed aggiornati alle consegne del mese di luglio è stata di 3.787.508 tonnellate con un aumento del 3,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (3.665.436). In Piemonte si sta verificando un aumento superiore alla media nazionale. La produzione aprile – luglio 2014 è stata di 342.111 tonnellate, con un aumento del 6,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (322.406 tonnellate). Se si dovesse sforare la quota nazionale, scatterà il meccanismo della compensazione (detto anche restituzione) con tutte le sue priorità dettate dalla legge 119/2003 e legge 33/2009.
Questa situazione ha indotto alcune industrie che raccolgono latte in Piemonte a richiedere un aumento della produzione italiana attraverso il meccanismo della correzione dell’indice di grasso.
“E’ molto strano che siano proprio gli industriali a preoccuparsi della situazione produttiva perorando la causa dell’indice di grasso e quindi della stessa quota produttiva nazionale presso il Ministero dell’Agricoltura – dice Antonio de Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte - . La proposta degli industriali piemontesi mette in discussione meccanismi innovativi, scientificamente studiati, e faticosamente raggiunti che hanno segnato una significativa evoluzione nei rapporti contrattuali. Sicuramente, l’obiettivo degli industriali è di far saltare il banco, favorendo una situazione produttiva di surplus con conseguente ulteriore abbassamento del prezzo del latte alla stalla. Non vorremmo che questo atteggiamento aprisse una stagione contrattuale molto tesa tra produttori ed industriali del latte”.
L’aumento delle produzioni di latte è una costante di molti Paesi europei. È di questi giorni la comunicazione da parte della Commissione europea che otto Stati membri - Germania, Paesi Bassi, Polonia, Danimarca, Austria, Irlanda, Cipro e Lussemburgo - hanno superato le rispettive quote latte per le consegne nel 2013/2014, e devono quindi pagare le penali ("superprelievo") per un totale di circa 409 milioni di euro. Secondo le dichiarazioni nazionali per l'anno terminato il 31 marzo 2014, otto Stati membri hanno superato le rispettive quote nazionali per la consegna, per un totale di 1.469.000 tonnellate. Nonostante il superamento delle quote in tali Stati membri, il totale delle consegne dell'UE è rimasto al di sotto del 4,6% del volume totale di quota, rispetto al 6,0% nel 2012/13.
Il ministro Maurizio Martina, nell’ambito del Consiglio dei Ministri Europei, si era dichiarato contrario all’adozione del meccanismo correttivo delle quote latte attraverso l’aumento dell’indice grasso. Infatti, se da una parte questo consente agli allevatori fuori quota di regolarizzare in tutto o in parte la loro produzione, dall’altra penalizza i produttori che hanno negli anni hanno investito in acquisti od affitti di quote latte per non sforare. Ma, sostanzialmente, fa il gioco dell’industria che ha interesse a tenere basso il prezzo del latte alla stalla con la motivazione di una produzione italiana ed europea superiore alle necessità del mercato, ovviamente senza alcun vantaggio per i consumatori che sugli scaffali non trovano alcun beneficio dalla mortificazione del lavoro degli allevatori piemontesi.

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