A Canelli, dove nacque il primo spumante italiano nel 1865, è stato presentato l’Asti tipologia secco, il nuovo vino ottenuto dalle uve Moscato d’Asti Docg, su cui si punta per ricuperare quote di mercato e continuare a garantire un reddito adeguato ai produttori di uva. La versione dry dell’Asti si presenta sui mercati per garantire una maggiore penetrazione e colmare il limite dell’Asti tradizionale, da sempre considerato il vino delle festività da consumare col dessert. L’Asti secco è un prodotto particolarmente adatto per l’aperitivo, grazie ai profumi e agli aromi del moscato, e col suo leggero retrogusto amaragnolo risulta molto fresco e leggero e può quindi essere consumato a tutto pasto e in tutte le occasioni. Da 1kg d’uva moscato si produce una bottiglia d’Asti secco del quale si stima, per una prima produzione di lancio, di arrivare a 500-600 mila bottiglie. Asti secco, Moscato d’Asti docg e Asti dolce docg: un trionfo di bollicine Made in Piemonte.
“I nostri vignaioli - sottolinea Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo – e le piccole e medie cantine del territorio dei 52 comuni del Moscato d’Asti Docg, ci credono e dopo un periodo di sperimentazione, oggi possono garantire un prodotto di alta qualità. Per alcuni produttori nella gamma dei loro vini era prevista, già da diversi anni, una tipologia di moscato secco, ora con l’Asti sarà possibile fare massa critica e promozionare un prodotto che sicuramente si distingue nel panorama degli spumanti”.
“Nell’ambito della ristorazione e dell’export – rileva Delia Revelli Presidente di Coldiretti Piemonte - l’Asti secco pare stia già avendo un buon successo e questo fa ben sperare per il futuro del comparto moscato che coinvolge oltre mille imprese”.
“Ci auguriamo – specifica Bruno Rivarossa Delegato Confederale - che apporti una diversificata redditualità alle nostre imprese vitivinicole, dando nuovi impulsi al mercato e andando a conquistare anche ampi spazi all’estero. D’altronde il vino piemontese, grazie ai suoi alti standard qualitativi è particolarmente richiesto oltre i confini nazionali: in particolare il mercato statunitense assorbe il 35% dell'export di vino piemontese e le esportazioni negli USA hanno raggiunto i 200 milioni di euro”.
24 Novembre 2017
COLDIRETTI PIEMONTE: LE UVE MOSCATO SI FANNO IN TRE E LE BOLLICINE TRIONFANO A TUTTO PASTO