1 Marzo 2016
COLDIRETTI PIEMONTE: L’INDUSTRIA DICA SE VUOLE VERAMENTE IL LATTE PIEMONTESE

Prosegue il momento di profonda crisi per il comparto della zootecnia da latte a causa dell’elevata volatilità dei prezzi.
Il Piemonte conta numeri importanti: è la quarta regione in Italia per produzione di latte con i suoi 8 milioni di quintali annui e 2000 aziende produttrici. A livello nazionale, mille stalle hanno già chiuso nel 2015 e nella nostra regione ci sono in gioco 8000 posti di lavoro e 390 milioni di produzione lorda vendibile. Inoltre, il territorio piemontese ha un’antica tradizione nella trasformazione industriale del latte con oltre 30 caseifici storici.
“Abbiamo chiesto all’Assessore Giorgio Ferrero di convocare un nuovo tavolo di confronto per verificare in maniera concreta e puntuale la vera disponibilità del mondo industriale a realizzare progettualità e filiere che mirino esclusivamente alla valorizzazione del latte 100 per cento italiano e piemontese, rafforzando così l’economia territoriale e generando conseguenze positive, oltre ad opportune ripercussioni sull’intero comparto”, ha spiegato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte.
Numerosi caseifici, con il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, hanno beneficiato di contributi per ammodernare le proprie strutture, oltre a valorizzare il latte Made in Piemonte per un importo di oltre 25 milioni di euro.
“Non vorremmo che queste importanti risorse, sicuramente utili, fossero servite alla trasformazione del latte estero, all'importazione diretta di latti filtrati o concentrati e coagulati(cagliate)– ha proseguito la presidente – serve chiarezza per capire esattamente qual è lo scenario attuale poiché le formule passate e future anche del PSR 2014-2020, ovvero risorse per il Piemonte, devono trovare una sinergia imprescindibile per una ricaduta sul territorio. Se le risorse economiche sono destinate al Piemonte bisogna trovare, guardandoci negli occhi, i modi più trasparenti affinché rimangano realmente sul nostro territorio. Non possiamo permettere che con soldi pubblici piemontesi vengano finanziate formule che non trasformano il latte locale”.
Con la continua e crescente importazione di latte dai Paesi esteri si sta verificando una situazione insostenibile per i nostri produttori con un grave danno all’intera agricoltura della Regione.  
In questi giorni, da una parte del mondo industriale, giungono segnali importanti di disponibilità. In particolare, la lettera inviata all’Assessore ed alle Organizzazioni da parte dell’industria Biraghi Spa di Cavallermaggiore va verso la direzione sopra descritta. Al tavolo regionale, quindi, l’Assessore Ferrero dovrà tener conto di queste necessità e valutare le vere e reali disponibilità e soluzioni.
“E’ per noi fondamentale conoscere in modo dettagliato le importazioni di latte estero per ogni singolo caseificio e gli eventuali finanziamenti erogati dalla Regione per aprire una stagione di vera trasparenza tra le parti”, ha concluso Delia Revelli.  

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